“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Per principio non amo mai gettare la croce addosso a qualcuno perché ritengo che le sconfitte non abbiamo, quasi mai, un solo responsabile ma, nel caso dei play-off dell’Alessandria di questa singolare stagione 2019/2020, credo veramente che si possa fare un’eccezione e dire che, sì, le responsabilità dell’eliminazione vanno individuate soprattutto in una figura, quella dell’esperto, pur talentuoso portiere, Alex Valentini.
Vediamo di effettuare un breve riassunto degli eventi: già durante la prima partita di spareggio contro la Robur Siena si era gridato allo scandalo per la posizione del portiere fuori dai pali in occasione del tiro a palombella di Gerli, esattamente all’altezza della linea di metà campo, ma pochi hanno evidenziato un ulteriore errore, a mio avviso ancor più clamoroso, del numero uno alessandrino il quale, allorquando si era reso conto del pericolo, aveva effettuato un goffo tentativo di arretramento senza impegnarsi in un colpo di reni da professionista del suo calibro che avrebbe probabilmente evitato la beffa in extremis. Tant’è, l’Alessandria aveva comunque fatto sua la partita e l’errore del portiere non aveva quindi prodotto alcuna conseguenza per il passaggio al turno successivo.
Ancora più grave, e certamente più pesante dal punto di vista sportivo, data la sopraggiunta eliminazione, è stato l’errore commesso in quel di Carpi poiché, in occasione del pareggio degli emiliani fatale ai fini dell’eliminazione, l’estremo difensore dei Grigi di errori ne ha commessi addirittura tre, uno più imperdonabile dell’altro: il primo in occasione dell’uscita sull’attaccante avversario che, potendo contare solamente sulla testa (a differenza del portiere che dispone anche di braccia e mani) era riuscito a farsi contrastare in presa dal giocatore emiliano. Poi, dopo un iniziale tentativo di intervento a mani aperte, peraltro ampiamente praticabile viste le caratteristiche di non particolare insidia del pallone in volo e della relativa traiettoria, il nostro aveva invece optato per una respinta di pugno.
Quindi, a completamento della frittata e dei fondamentali del calcio secondo cui si deve intervenire con il pugno solo quando non è possibile la presa a mano aperta e, in tal caso, si deve comunque cercare di respingere la sfera il più in là possibile, l’estremo difensore l’aveva letteralmente servita addosso all’avversario sopraggiungente permettendogli in tal modo di firmare il goal del 2-2 e, in concomitanza, il de profundis dell’Alessandria per questa stagione sportiva.
Se devo ripensare ad un’altra celebre papera di un portiere alessandrino, ovviamente quella di Gianmarco Vannucchi contro la Giana Erminio, non posso fare a meno di notare alcune differenze fondamentali: Vannucchi commise un errore così clamoroso e marchiano da essere giustificabile solamente con una temporanea amnesia in merito all’interpretazione ed all’applicazione del regolamento, del tutto incompatibile, perlomeno a mio sommesso avviso, con quegli intenti fraudolenti che molti, in questa città di pettegoli e malfidenti, gli avevano attribuito.
Quella, o meglio quelle di Valentini, non possono invece essere catalogate quali amnesie o, come si dice in gergo, papere ma complete interpretazioni, e conseguenti applicazioni dal punto di vista tecnico, erronee, dal punto di vista tecnico, di un’intera azione, assolutamente imperdonabili per un portiere professionista che può farsi passare anche la palla in mezzo alle gambe (Zoff e Buffon insegnano) ma non può permettersi di porre in essere.
Non credo assolutamente nella malafede, almeno fino a prova contraria, e quindi non intendo muovere alcuna accusa a riguardo ma ritengo che, per il comportamento come quello serbato e per le conseguenze di grande importanza da punto di vista sportivo (leggasi eliminazione e fine prima del termine della stagione), l’estremo difensore dei Grigi abbia mostrato di non meritare il rinnovo del contratto.