Nuove nomine in diocesi
Don Emanuele Rossi, 53 anni, lascia la fraternità sacerdotale del centro storico, di cui era anche moderatore, per diventare parroco a Castellazzo Bormida e Castelspina. Il suo ingresso è previsto per domenica 20 settembre a Castellazzo, in occasione della festa patronale della Madonna addolorata.
Don Emanuele, con che animo hai accolto la richiesta del vescovo di cambiare parrocchia?
«L’animo con cui ho accolto questa richiesta è quello che dovrebbe contraddistinguere ogni sacerdote. Si è diocesani in modo pieno nella misura in cui si è in comunione con il proprio vescovo. Dobbiamo essere solidali tra noi e uniti a lui, siamo parte di un presbiterio, un corpo unico».
Ma sei contento di questo trasferimento?
«Sì, perché la mia contentezza non dipende da dove vengo mandato. Sono contento di servire la Chiesa, ovunque essa sia. Accolgo questa novità come indicazione provvidenziale per la mia vita e per il mio cammino».
Conosci già le tue nuove comunità?
«Sono stato a Castellazzo per sette anni, dal 1996 al 2003, prima come diacono e poi come viceparroco con don Gianni Cossai. Per me dunque è un ritorno in una comunità a cui sono affezionato e in cui ho conservato molti rapporti. E così anche a Castelspina, dove ho diversi amici. Dal punto di vista pastorale non so ancora dire com’è la situazione, di tempo ne è passato… ma non vedo l’ora di mettermi all’opera!».
Sai già da dove partire?
«Vorrei partire dagli ultimi, dai più piccoli, da chi bestemmia, da chi rompe i vetri… (sorride). Il parroco deve andare a cercare chi si è smarrito e chi è lontano, con una pastorale che faccia conoscere l’amore del Signore».
Marco Lovisolo