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Cambia il vicario generale: da don Vittorio a don Gianni

Vita della Diocesi di Alessandria

Eccellenza, ci sono delle grosse novità in diocesi. Che cosa succede?
«Nella logica di un lavoro corale, don Vittorio Gatti concluderà il suo incarico di vicario generale, passando il testimone a don Gianni Toriggia. Anche la Cattedrale entrerà a far parte del gruppo delle sette chiese del centro storico, e don Gianni sarà il nuovo moderatore di quella fraternità sacerdotale che ha l’incarico pastorale per il centro».

E don Emanuele Rossi?
«Don Emanuele, che è l’attuale moderatore, lascia le parrocchie del centro per diventare parroco di Castellazzo Bormida e Castelspina, vacanti da quasi un anno».

Torniamo un momento all’avvicendamento tra don Gianni e don Vittorio…
«Io ringrazio tantissimo don Vittorio, che ha svolto il suo servizio con grande competenza e attenzione, ma ogni tanto è bene cambiare. È giovane, non possiamo farlo invecchiare da vicario generale (sorride). Per questo ho chiesto a don Gianni Toriggia di prendere questa croce, perché noi siamo qui per una chiamata, non per la carriera, come ci dice tante volte il Papa… io credo che in diocesi stiamo proprio vivendo con questo spirito. Se penso a me, da sacerdote la cosa che mi sconcertava di più era che la gente mi augurava di fare carriera. Io ero imbarazzato, cercavo di non essere scostante perché era un augurio sincero, ma io desideravo, e desidero, altro. Non è facile da capire, all’esterno, che noi siamo chiamati a servire».

A questo proposito, a breve prenderà servizio il nuovo parroco di Castellazzo e Castelspina.
«Abbiamo avuto degli imprevisti che ci hanno impedito di agire prima, le cose non sempre vanno come te le aspetti: ci siamo adeguati a quello che ci veniva incontro per trovare le soluzioni più adatte. E dunque don Emanuele entrerà a Castellazzo domenica 20 settembre, proprio in occasione della festa patronale della Madonna addolorata».

Ci sono altre situazioni, in diocesi, che richiedono un intervento di questo tipo…
«Dobbiamo dare una risposta alla parrocchia del Suffragio e una stabilità ad altre realtà, come per esempio Casalbagliano o Villa del Foro. I cambiamenti e gli spostamenti sono “a incastro”, in cui una casella si libera solo se tutto il resto va al suo posto. Ma noi non dimentichiamo nessuno, per cui le soluzioni arriveranno».

Facciamo parlare adesso i protagonisti di queste novità diocesane.
Don Vittorio, che servizio è quello del vicario generale?
«Verrebbe da dire che è un servizio che si occupa dei problemi (sorride). In effetti, tanti nodi, questioni e difficoltà passano proprio dal vicario, che con il vescovo parla e si confronta, per custodire la comunione dei sacerdoti tra loro e con il vescovo. Qualche volta il vicario va anche “in avanscoperta” per capire come stanno le cose e accompagnare le comunità nelle varie situazioni».

Che cosa porti a casa da questo servizio?
«Un bel rapporto con il vescovo e con i confratelli sacerdoti. Ho potuto approfondire la conoscenza con molti di loro, nel condividere le inevitabili difficoltà e far sentire che la “casa diocesana” è di tutti».

Un servizio di unità e di comunione, dunque. Che cosa auguri a don Gianni?
«Don Gianni ha pochi anni più di me (sorridono entrambi) e magari conosce meglio di me i sacerdoti. Gli auguro di poter godere di questo servizio nell’amicizia e nella fraternità. Anche in un problema si può cogliere un’opportunità per conoscere persone e situazioni che altrimenti non avresti mai incontrato».

Don Gianni, non si finisce mai di imparare…
«Ho reso diversi servizi alla diocesi, e adesso mi è capitato il ruolo di vicario. Quando Sua Eccellenza mi ha chiamato, non pensavo fosse per quello… insomma, è stato uno scherzo da vescovo (ride)! A parte tutto, ho accettato per la pazienza che il vescovo ha avuto con me in questi anni. Spero di essere d’aiuto a discernere le questioni della diocesi, e poter comprendere e stare vicino ai sacerdoti. Desidero aiutare il vescovo e i confratelli a trovare un’impostazione per questo momento difficile che stiamo vivendo, e ringrazio don Vittorio, che in questi giorni mi è stato vicino. Il passaggio tra lui e me avviene con tanta serenità, e spero di avvalermi dei suoi consigli e della sua esperienza».

E questa nuova esperienza della Cattedrale come “settima chiesa” del centro città?
«Credo sia un’intuizione felice, faremo un’esperienza comunitaria molto bella. Anche perché, essendo la Cattedrale del vescovo, lui sarà chiamato molte volte (sorride). Vado volentieri con i miei confratelli del centro, perché quasi tutti erano in seminario quando ero rettore, e quindi li ritrovo: ci intenderemo di più, senza tanti preamboli, perché conoscono bene il mio carattere. Mi meraviglio che in me, alla mia età (74 anni, ndr) ci sia così tanto entusiasmo! Finora questi anni in Cattedrale li ho vissuti con gioia e con ottimi collaboratori. E, soprattutto, con il vescovo… perché, lo ripeto, la Cattedrale è davvero la chiesa del vescovo».

Andrea Antonuccio

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