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Un viaggio alla scoperta della Capitale

“La recensione” di Fabrizio Casazza

La capitale d’Italia non è solo una metropoli che affonda le sue radici in un glorioso passato di antichi conquistatori, saggi legislatori e pragmatici governanti; è anche, in un certo senso, la capitale del mondo, in quanto sede di quel vescovo che è successore dell’apostolo Pietro e Pastore della Chiesa universale. Questi dati offrono lo sfondo su cui si muove “Andare per la Roma dei Papi” (Il Mulino, pp 156, euro 12). Il filologo Giovanni Maria Vian (nella foto), che dal 2007 al 2018 fu direttore del quotidiano vaticano “L’Osservatore Romano”, vi esplora le bellezze di quella che, per antonomasia, viene definita l’Urbe.

Dal percorso proposto dal testo emergono diverse curiosità. Per esempio, se si domanda dove risieda il Pontefice, probabilmente tutti rispondono in Vaticano. Il che è vero, ma da non troppo tempo, oltre a rilevare che Francesco non abita più nel Palazzo Apostolico ma nella Domus Sanctæ Marthæ. In effetti, per quasi dieci secoli i vescovi della città abitarono presso l’arcibasilica lateranense, tanto che l’attuale Papa ha deciso di scrivere molti suoi documenti ufficiali indicando come luogo dell’emanazione degli stessi proprio il Laterano. Ma la Sede Apostolica fu anche in varie cittadine laziali, come Anagni e Viterbo, e umbre, come Assisi, Orvieto e Perugia.

Nel XIV secolo addirittura ci fu il trasferimento in Francia, precisamente ad Avignone. Dal Seicento però – e per molti sarà una sorpresa – il luogo più abitato dai Papi fu il Quirinale, che ospitò persino quattro conclavi. Un altro particolare poco noto è il fatto che sulle colonne tortili del gigantesco baldacchino, ultimato nel 1633 dall’architetto Gian Lorenzo Bernini, è raffigurata una donna nelle varie fasi del parto, simbolo forse della Chiesa che genera sempre nuovi figli con il battesimo. Che dire poi del fatto che Roma detiene il record mondiale di obelischi egizi? Si tratta di monumenti costruiti tra il XV e il VI secolo a.C., portati dall’Africa, oppure realizzati in Italia in epoca imperiale.

Molti caddero e furono riedificati nel corso del tempo, ad eccezione di quello eretto in piazza San Pietro, che mai rovinò al suolo, inizialmente posto nel circo di Caligola e poi di Nerone dopo il viaggio da Alessandria fino all’attuale collocazione nel 1586. Insomma, il libro del professor Vian fa compiere un piacevole viaggio non solo nella geografia, dai grandi viali alle stradine della Città Eterna, ma anche nella storia, che ha plasmato lentamente, a volte pure in modo contraddittorio, il volto di Roma che tutto il mondo oggi guarda e ammira.

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