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Il Papa annuncia 13 nuovi cardinali

I neo-porporati in vista del Concistoro del 28 novembre

«Il prossimo 28 novembre, alla vigilia della prima Domenica di Avvento, terrò un Concistoro per la nomina di tredici nuovi Cardinali». Così, papa Francesco, al termine dell’Angelus di domenica 25 ottobre, ha annunciato la creazione di nuove porpore. «Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché, confermando la loro adesione a Cristo, mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma, per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio» ha poi aggiunto il Santo Padre. Nella lista dei nuovi cardinali, sei sono italiani: tre elettori e altrettanti non elettori (ovvero non potranno avere diritto di voto in un eventuale Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice, in quanto ultraottantenni). In totale ammontano a nove le nuove porpore con diritto di voto in Conclave, e quattro gli ultraottantenni. Con il Concistoro della prima Domenica di Avvento, quindi, i cardinali diventeranno 232, di cui 128 elettori.

Tre gli italiani elettori…

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Monsignor Marcello Semeraro

Monsignor Marcello Semeraro, nato a Monteroni di Lecce il 22 dicembre 1947, è dal 2004 il vescovo della diocesi suburbicaria di Albano (nel Lazio) e segretario del Consiglio dei cardinali che aiutano il Pontefice nella sua opera di riforma della Curia Romana (il cosiddetto “C7”).

Recentemente, il 15 ottobre scorso, è stato anche nominato dal Santo Padre prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in sostituzione del cardinale Becciu, dimessosi a seguito degli scandali che hanno investito la Curia vaticana. «Immaginavo che la nomina fosse legata all’ufficio che mi era stato affidato, ma non immaginavo che il Santo Padre l’avrebbe annunciata all’Angelus. Non ne sapevo nulla. Anche io ho appreso la notizia sentendo in diretta le parole del Papa» ha commentato Semeraro a “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Monsignor Paolo Lojudice

Riceverà la berretta cardinalizia anche monsignor Paolo Lojudice (Roma, 1º luglio 1964), arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e segretario della Commissione episcopale per le Migrazioni della Cei. Dal 2015 al 2019 ha ricoperto l’incarico anche di vescovo ausiliare di Roma. Il prossimo porporato viene anche chiamato “il prete dei rom”, proprio per il suo impegno profuso nei confronti di questa popolazione.

«Una notizia improvvisa – ha detto l’arcivescovo – solo pochi giorni fa ho avuto l’onore di poter conferire con papa Francesco, durante il colloquio, però, non è mai saltata fuori la possibilità che potessi diventare cardinale. Sono onorato, la notizia, come tutti, l’ho appresa durante l’Angelus e sono rimasto quasi impietrito. Resterò a Siena, se c’è una cosa che abbiamo capito durante l’operato di sua Santità, è quella di avere la capacità di stravolgere tutti i piani, decidendo di testa sua».

Padre Mauro Gambetti

Nella lista c’è un cardinale che arriverà alla porpora senza essere ancora vescovo: si tratta di padre Mauro Gambetti, nato a Castel San Pietro Terme (Bologna) il 27 ottobre 1965, custode del Sacro Convento di Assisi. E proprio a questa città, luogo di nascita di San Francesco, è molto legato il Papa che, lo scorso 4 ottobre, ha firmato la sua terza enciclica “Fratelli tutti” sulla tomba del “poverello” di Assisi.

«Scherzi da Papa» ha commentato il francescano dopo l’annuncio della sua nomina: «Accolgo con riconoscenza e gioia questa notizia in spirito di obbedienza alla Chiesa e di servizio all’umanità in un tempo così difficile per tutti noi. Affido a San Francesco il mio cammino e faccio mie le sue parole di fratellanza. Un dono che condividerò con tutti i figli di Dio in un percorso di amore e compassione verso il prossimo nostro fratello».

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… e tre gli italiani non elettori

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Monsignor Silvano Tomasi

Monsignor Silvano Tomasi, (Casoni, Vicenza, 12 ottobre 1940) è l’arcivescovo titolare di Asolo e nunzio apostolico. Dal 2017 ricopre è anche segretario delegato emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. «Sono molto grato al Santo Padre per aver pensato a me. Questo è un segno di apprezzamento per la mia famiglia religiosa, i padri Scalabriniani. Sintomo dell’importanza che sta prendendo la diplomazia multilaterale della Santa Sede, per la quale ho lavorato per tanti anni a Ginevra e nel contesto delle Nazioni Unite e degli organismi internazionali» le parole, a caldo, di monsignor Tomasi.

«Portare i valori cristiani in questo ambito penso sia importante per la Chiesa di oggi e rafforza le priorità che papa Francesco ha messo sul tappeto davanti a tutti: l’immigrazione, l’accoglienza, l’integrazione, il rispetto delle persone, l’inclusione dei più poveri e dei più emarginati nella vita sociale» conclude.

Padre Raniero Cantalamessa

Proseguiamo con la nomina di padre Raniero Cantalamessa (Colli del Tronto, ad Ascoli Piceno, il 22 luglio 1934) è un francescano cappuccino che dal 1980 è predicatore della Casa Pontificia. Da anni vive presso l’Eremo di Cittaducale. Per molto tempo ha insegnato Storia delle origini cristiane presso l’Università della Cattolica di Milano, poi si è dedicato all’evangelizzazione, in particolare in tv: per 14 anni ha condotto il programma “Le ragioni della speranza” su Rai 1, divenendo uno dei volti più noti della Chiesa italiana sul piccolo schermo.

Così, il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, commenta la sua nomina: «La Chiesa reatina gioisce per la scelta del Santo Padre, che onora un figlio di san Francesco, la cui presenza tra di noi è un dono discreto per la sua preghiera e la sua vicinanza».

Monsignor Enrico Feroci

Tra gli altri neoporporati c’è monsignor Enrico Feroci, parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva (Roma) e direttore della Caritas della Capitale fino al 2018. Nato a Pizzoli (L’Aquila) nel 1940, Feroci è stato anche presidente della Fondazione “Caritas Roma” e della Fondazione antiusura “Salus Populi Romani”.

«Ho saputo della mia nomina a cardinale, mentre ero in sacrestia poco prima di celebrare la Messa delle 12.30. L’ho interpretato come un gesto del Papa, non fatto a me personalmente, ma a tutti i preti di Roma. Si dice sempre che il presbitero è colui che dà le mani al vescovo per toccare il Corpo di Cristo che è il popolo di Dio. Ecco, Francesco ha voluto ringraziare le mani di tanti sacerdoti. Credo sia così, io sto interpretando perché non penso che come persona io possa meritare questo riconoscimento» le parole di monsignor Feroci.

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Gli altri sette nuovi cardinali stranieri

Tra i nuovi cardinali non italiani, una “prima assoluta” per il Ruanda e il sultanato del Brunei. Riceveranno, infatti, la berretta monsignor Antoine Kambanda, arcivescovo di Kigali (capitale ruandese), e monsignor Cornelius Sim, vescovo titolare di Puzia di Numidia e vicario apostolico di Brunei. Il primo della lista delle future porpore è monsignor Mario Grech: il maltese di recente nominato segretario generale del Sinodo dei vescovi.

Saranno cardinali elettori anche monsignor Wilton D. Gregory, arcivescovo di Washington DC (nella foto a fianco), il primo cardinale afroamericano; monsignor José F. Avincula, arcivescovo di Capiz, nelle Filippine, e monsignor Celestino Aòs Braco, arcivescovo di Santiago del Cile. Il Pontefice, oltre ai tre cardinali italiani non elettori, ha deciso di unire al Collegio cardinalizio monsignor Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristobal de Las Casas, in Messico.

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