L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici,
cari lettori,
apriamo Voce con la quarta Giornata Mondiale dei Poveri di domenica 15 novembre. La Caritas e l’associazione Opere di giustizia e carità ci guidano alla scoperta di questo appuntamento, insieme alle riflessioni del nostro vescovo e di padre Daniele Noè, delegato per la Pastorale della Carità. Il tema della Giornata è: “Tendi la mano al povero” (Sir 7,32). E nel libro del Siracide, da cui è tratta la citazione, subito dopo si legge: “perché sia perfetta la tua benedizione”.
Quanta bellezza in questa frase: “Anche al povero tendi la tua mano, perché sia perfetta la tua benedizione”. Da qui si coglie il senso dell’aiuto all’altro, che papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata spiega così: «Per celebrare un culto che sia gradito al Signore, è necessario riconoscere che ogni persona, anche quella più indigente e disprezzata, porta impressa in sé l’immagine di Dio. Da tale attenzione deriva il dono della benedizione divina, attirata dalla generosità praticata nei confronti del povero. Pertanto, il tempo da dedicare alla preghiera non può mai diventare un alibi per trascurare il prossimo in difficoltà. È vero il contrario: la benedizione del Signore scende su di noi e la preghiera raggiunge il suo scopo quando sono accompagnate dal servizio ai poveri».
E prosegue: «La scelta di dedicare attenzione ai poveri, ai loro tanti e diversi bisogni, non può essere condizionata dal tempo a disposizione o da interessi privati, né da progetti pastorali o sociali disincarnati. Non si può soffocare la forza della grazia di Dio per la tendenza narcisistica di mettere sempre sé stessi al primo posto». Quest’ultimo accenno mi ha colpito molto: mettere sé stessi al primo posto soffoca la grazia di Dio. Mi chiedo: quante volte l’avrò fatto? E non è forse questo il vero, grande peccato da confessare?