L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
su questo numero di Voce troverete l’intervista a don Ivo Piccinini, sacerdote che noi tutti conosciamo molto bene, in merito alla tragedia sul lavoro avvenuta una settimana fa nel cantiere dove si sta costruendo il nuovo polo logistico Amazon della nostra città. Oltre a essere parroco di San Michele, don Ivo è anche Delegato vescovile per la pastorale del lavoro in diocesi.
Ci è sembrato naturale chiedergli una parola cristiana su quello che è accaduto: non ci basta “sindacalizzare” gli infortuni sul lavoro, attribuendo colpe (che, chissà perché, sono sempre degli altri), invocando leggi più dure (come se non ce ne fossero già abbastanza…) e controlli rigorosi che, purtroppo, spesso non si possono eseguire per mancanza di risorse. Sui giornali e in tv leggiamo e ascoltiamo solo questo: recriminazioni, lacrime (di coccodrillo) e promesse “politiche” di cambiare registro. Ma ci aiutano davvero a capire quello che è successo?
Tra l’altro, sappiamo bene che queste cose accadono e accadranno ancora, in tutta Italia: pensate alla morte di Luana, una ragazza poco più che ventenne di Prato, stritolata qualche giorno fa dal macchinario tessile su cui stava lavorando. Non sarà l’ultima vittima di questo tragico elenco, temo… ma allora davvero è impossibile azzerare le morti sul lavoro? E che cosa ci dice la fede al riguardo?
«Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perché dovrebbero amare le sue leggi? / Essa ricorda loro la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare./ È gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri./ Ricorda loro il Male e il Peccato, e altri fatti spiacevoli./ Essi cercano sempre d’evadere/ dal buio esterno e interiore/ sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d’essere buono» (Cori da “La Rocca”, Thomas S. Eliot, 1934).
Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it
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