A un mese dalla retrocessione in Serie C
Dalla sera del 6 maggio, quando i sogni sono svaniti e il peggiore degli incubi si è concretizzato, nel mondo grigio si rincorrono le voci più disparate e ogni certezza sembra svanita. Un solo punto resta fermo, ovvero che a dipanare ogni dubbio può essere una sola persona: il presidente Di Masi.
Sollecitato, dal momento meno opportuno dell’immediato dopo gara con il Vicenza agli striscioni apparsi in città nelle ultime settimane (nella foto), a chiarire idee e progetti, strategie e posizioni che solo lui può assumere. Perché la delusione resta forte, senza se e senza ma. Tante cose possono essere state sbagliate: per inesperienza, mancanza di tempo sufficiente dopo il sogno promozione, poca conoscenza di una categoria che porta a confrontarsi con realtà completamente differenti, ma quanto accaduto non può essere dimenticato.
Mercoledì 1° giugno, a quasi un mese dalla fine del campionato, il presidente parlerà e forse spiegherà il perché del silenzio di queste settimane, chiarendo le decisioni prese: al momento tutte le opzioni restano sul tavolo, dall’addio alla ripartenza con un progetto ridimensionato, fino alla ricostruzione di un gruppo capace di puntare con forza a tornare nella serie cadetta. E ancora: il nuovo corso lo vedrà sempre solo al comando o aprirà alla possibilità di ingressi societari, ammesso che davvero esistano le condizioni perché ciò possa accadere? Tanti i punti interrogativi, dunque, e una sola certezza: solo Di Masi potrà pronunciare le parole che – nero su bianco – contano davvero.
Marina Feola
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