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Con Sie verso la Bosnia. Per servire

Alessandria

«Quest’estate? Andremo in Bosnia con Sie» ci dicono così i Rover e le Scolte (così si chiamano gli scout tra i 16 e i 20 anni, ndr) del Gruppo Alessandria 1. Ma da dove nasce questa “missione”? Proviamo a fare un passo indietro. L’amicizia tra il gruppo scout e i volontari di Sie – Solidarità internazionale ed emergenze odv nasce in tempi non sospetti: era il febbraio 2021 e in occasione della Giornata del pensiero che aveva come tema “Uniti per la pace“, i ragazzi e le ragazze del clan si erano messi in ascolto delle esperienze e delle testimonianze di alcuni volontari che negli anni hanno proseguito il servizio in Bosnia ed Erzegovina, una terra che porta ancora i segni di un conflitto etnico ancora acceso.

E proprio nel 1995 partono le prime missioni in quelle terre, che vedono in prima linea quelle persone che, nel 2001, daranno vita a Sie, come “costola” della Caritas diocesana, curando le missioni estere e degli interventi con connotazione di emergenza. «Quel pomeriggio di condivisione ci ha dato conferma, per l’ennesima volta, dell’enorme valore della gioventù intesa come assoluta libertà di pensiero e come possibilità di proporre e costruire nuovi progetti e, di conseguenza, nuove emozioni» ci racconta Francesca Bravi, referente di Sie.

Dopo l’incontro qualche ragazzo azzarda: «Chissà, magari poi faremo una route (il campo estivo del “clan”, ndr) in Bosnia con loro, in futuro!». Ma non finisce lì, e i contatti tra le due realtà proseguono: dal servizio alla mensa “Tavola amica” della Caritas diocesana, al progetto “Il recupero dell’Anima” che raccoglie mobili dismessi per donarli a chi ha più bisogno. Ma quella frase, buttata lì, sembra non trovare la sua eco. Mercoledì 2 marzo 2022: si celebrano “le ceneri” e il pensiero non può non andare all’Ucraina dove, da qualche settimana, le armi hanno cominciato a sparare e le bombe a cadere.

«Cosa possiamo fare?» si chiedono i ragazzi del Clan, insieme con i loro capi Alessandra, Marta, Nicolò e Tommaso. Parte così la prima raccolta di generi di prima necessità: Sie sta organizzando le prime spedizioni umanitarie. Gli alessandrini vogliono dare il loro aiuto: e così i locali annessi alla chiesetta di Santa Lucia, storica sede del gruppo scout, diventano uno dei centri di raccolta per chi vuole donare il proprio aiuto. Raccolta, controllo, smistamento e preparazione, con il ritmo di un furgone a settimana. E così «il sogno dentro i cuori dei ragazzi è cresciuto silenziosamente», ci raccontano i capi «e ha trovato terreno fertile in primavera inoltrata quando, progettando per questa estate, si è scelto di continuare su una strada di solidarietà e servizio». Ma non si fermano qui: «Abbiamo toccato con mano la Provvidenza: ancor prima di richiamare Francesca, la incontriamo per strada. E lì si “innesca” qualcosa: in men che non si dica ci propone di partire insieme per la Bosnia».

Ma, come per tutti i sogni, serve mettersi all’opera per dare una forma: partono così gli eventi di autofinanziamento, ricerca di fondi e di aiuti. Dalla tradizionale “agnolottata” trasformata in cena con delitto all’aiuto fondamentale del Csvaa, Centro servizi per il volontariato di Alessandria e Asti. E così, nella notte tra il 4 e il 5 agosto, i volontari di Sie e gli scout si metteranno in viaggio alla volta di Donji Vakuf, cittadina al centro del Paese, che fungerà da base per le attività di animazione, incontro, scoperta e ascolto. Un viaggio che si concluderà il 12 agosto, dopo due giorni a Sarajevo, città-simbolo di quella terra, della sua storia, delle storie del suoi popoli. «Ne siamo certi, torneremo con occhi nuovi e con la voglia di servire insieme, anche a casa» ci dicono gli scout, con gli occhi illuminati da una luce che basterebbe da sola per far capire la portata dell’esperienza.

Giorgio Ferrazzi

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