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“Dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento”

Le parole di gino Cecchettin al funerale della figlia

È passato un mese dalla tragica scomparsa di Giulia Cecchettin. Sabato 11 novembre viene denunciata la scomparsa della 22enne di Vigonovo (Venezia). 

Della giovane, che aveva appuntamento con l’ex fidanzato Filippo Turetta, suo coetaneo, si erano perse le tracce in quella stessa serata dell’11. Dopo sette giorni di ricerche, il corpo senza vita di Giulia è stato rinvenuto nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Nella mattinata di domenica 19, Turetta è stato fermato in Germania, vicino a Lipsia. Da subito è stato accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona: il giovane ha poi ammesso alla polizia tedesca di aver ucciso la sua ex fidanzata.

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta si erano conosciuti all’Università di Padova, entrambi frequentavano Ingegneria Biomedica. Avevano iniziato una relazione terminata nell’agosto scorso, qualche mese dopo la morte della madre di Giulia. Questa tragica perdita ha fatto sì che la ragazza si legasse ancor di più al padre Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide. Nonostante il dolore, la giovane ha continuato a studiare con profitto, superando tutti gli esami, fino alla laurea la cui proclamazione era programmata per giovedì 16 novembre. Aveva già organizzato la festa e gli inviti, un dettaglio che fin da subito ha fatto escludere l’allontanamento volontario.

Martedì 5 dicembre è stato celebrato il funerale di Giulia, nella basilica di Santa Giustina a Padova. Erano migliaia le persone, dentro e fuori la basilica, che hanno voluto dare un ultimo saluto alla giovane. All’uscita del feretro, insieme agli applausi è risuonato forte il rumore delle chiavi e dei campanelli: i presenti hanno così raccolto l’invito della sorella Elena a “fare rumore” contro la violenza sulle donne e contro i femminicidi. Secondo i dati del ministero dell’Interno, quello di Giulia Cecchettin è stato il femminicidio numero 105 da inizio anno.

Durante il funerale della giovane il padre Gino ha pronunciato un discorso particolarmente significativo (lo riportiamo su questo Paginone che potete scaricare qui sotto) che vi invitiamo a leggere. Dal “rumore” di queste parole si potrebbe ripartire. Non per odiare, ma per ricostruire.

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Leggi anche: Gino, una domanda: da dove nasce la tua speranza?

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