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«Ci hanno lasciato al freddo»

Il “caso” delle case popolari

Quattro settimane. È da quattro settimane che mancano riscaldamento e acqua calda nel condominio delle cosiddette “case popolaridi via Cesare Battisti 46, in zona Cristo ad Alessandria. Il disagio ci era stato segnalato una decina di giorni fa, ma ve lo raccontiamo solo oggi perché abbiamo voluto verificare, prima recandoci negli alloggi a vedere la situazione, e poi interpellando l’Atc, Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Sud. Raccolti i dati e le dichiarazioni, vi raccontiamo la storia così com’è. Senza polemiche o strumentalizzazioni, ma anche senza nascondere una realtà che abbiamo visto con i nostri occhi (e toccato con le nostre mani: l’acqua è fredda, i termosifoni tiepidi): anziani e disabili, tra cui una signora non vedente, che sostanzialmente vivono al freddo da quattro settimane. Li abbiamo incontrati mercoledì 10 novembre, alle 9 del mattino, poco prima di mandare il giornale in tipografia. E abbiamo parlato con loro, per aiutarli a rendere nota questa situazione. Che, da quello che ci è stato detto, non è affatto una “novità” di quest’anno.

«Io abito qui dal 2017, e i problemi con il riscaldamento ci sono sempre stati. Da due anni abbiamo problemi anche con l’erogazione dell’acqua calda, che prima invece c’era» spiega la signora Mirella Nespolo, 80 anni, che per problemi economici, come lei stessa ammette, non ha mai pagato l’affitto. «Per questo mi hanno detto, elegantemente, che non posso parlare… non pagando, devo stare zitta. E al freddo». La signora Mirella una stufa non ce l’ha: «A casa sono vestita come se stessi fuori, e per lavarmi vado a casa di mia figlia».

E c’è anche chi, come la signora Maria Curato, 73 anni, abita nello stabile da quando gli alloggi sono stati consegnati agli inquilini, e rivendica il suo “diritto di parola”: «I primi anni siamo stati bene, diciamolo, ma adesso non più: la doccia non la possiamo fare e siamo al freddo. Qui ci sono persone malate e anziane, non siamo più ragazzini» continua la signora Maria. Che aggiunge: «Io l’affitto l’ho sempre pagato regolarmente, ma da questo mese non lo pago più. Lo scriva, per favore». Continuiamo a chiedere, a fare domande.

Il signor Santo Bellinaso, 72 anni, abita qui dal 2017: «I problemi di riscaldamento e di acqua calda li abbiamo sempre avuti. E, come vede, non sono gli unici…» afferma il signor Santo, che portandomi al primo piano mi mostra anche alcune crepe e una macchia di umidità sul ballatoio. Sono tanti quelli che vogliono parlare.

Tra loro c’è un signore, Zagri Abdeslam, 73 anni, con il braccio sinistro ingessato. «Ieri mattina, alle 6, per lavarmi ho messo a riscaldare nella pentola l’acqua fredda. Ne è caduta un po’ per terra, sono scivolato e mi sono rotto il braccio».

Davanti a noi c’è anche una donna in carrozzina. Si chiama Jamila Herch, ha 50 anni e abita in questo stabile dal marzo del 2021. È lei che ci ha contattato la settimana scorsa per segnalarci i disagi. «Con questo freddo la mia salute sta peggiorando, la stufetta che mi hanno dato non basta per scaldare la casa». Jamila ha la distrofia muscolare: «Per lavarmi scaldo anch’io l’acqua nella pentola, perché la temperatura dell’acqua che esce dai rubinetti non è sufficiente». Confermiamo, abbiamo provato anche noi: l’acqua è appena appena tiepida.

Prima di fare il nostro sopralluogo, abbiamo cercato di avere chiarimenti dagli enti coinvolti in questa storia. In primis, dall’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Sud. Ha accettato di parlare con noi l’architetto Anna Cassiano, che si sta occupando proprio di questo stabile. «Io ho fatto intervenire l’idraulico che mi sta facendo gli impianti negli alloggi, e ha fatto un’azione di ripulitura dei filtri e di regolazione esterna» spiega l’architetto Cassiano. «Mercoledì scorso sono andata e ho verificato che i termosifoni erano caldi». E l’acqua? «Adesso procediamo. Mi sono arrivati i preventivi, e devo mandarli avanti. Il discorso è questo: dobbiamo rifare completamente tutto l’impianto, non è una cosa da poco, eh? Il termosifone siamo riusciti a darglielo caldo, l’acqua è quello che è… sicuramente il problema c’è». Quando verrà risolto? «Mi è arrivato il preventivo completo ieri (lunedì 8 novembre, ndr), oggi lo guardo un attimo, devo farlo finanziare, dopo di che partiamo». Ma alla fine, presumibilmente quando arriverà l’acqua calda a casa di queste persone? «Mi sono ritrovata ‘sto impianto fatto così, ma non è l’unico, eh? Se lei pensa, a Spinetta stiamo facendo lo stesso lavoro…». Il problema dell’impianto non è nuovo, ci spiega l’architetto Cassiano: «Il primo intervento è stato due anni fa, siamo intervenuti ma il problema non si è risolto». Forse si poteva partire prima, invece di aspettare la stagione fredda. In fondo sono due anni che le cose non vanno, no? «Io non sono un termotecnico, e dunque mi sono affidata a quello che le ditte impiantistiche mi hanno suggerito. Visto il risultato, ho detto: “Adesso basta, adesso decido io”. Ma la bacchetta magica non ce l’ho, e non posso fare altro che portare avanti il lavoro». Riproviamo a chiedere all’architetto Cassiano se può farci una previsione sui tempi: «Spero di riuscire ad avere tutto pronto agli inizi di dicembre». Quindi ancora un mese di acqua fredda? «Guardi, l’ente (l’Atc, ndr) ce la sta mettendo tutta per risolvere il problema, lo scriva. E poi non sono tutti con l’acqua gelata, mi sembra un’esagerazione…».

Andrea Antonuccio

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