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Le comunità splendore della gloria di Dio – Ora si cammina verso l’assemblea diocesana

Da tre anni la nostra diocesi è chiamata al discernimento comunitario che, quest’anno si è incentrato sulle caratteristiche della comunità. Il Vangelo di domenica scorsa, quello del miracolo di Lazzaro, ha guidato la riflessione del ritiro diocesano attraverso una rilettura della nostra realtà e mettendo in luce la direzione che dobbiamo prendere. Ecco le parole del Vescovo Guido: “Le nostre comunità sono lo splendore della gloria di Dio ma quando abbiamo sperimentato i difetti degli altri, questo è molto difficile da credere. Dobbiamo riconoscere i nostri limiti e credere nell’azione di Dio.

Come per Lazzaro che deve sperimentare la morte e finire nel Sepolcro per quattro giorni per far risplendere la potenza salvifica di Cristo. Non dobbiamo avere paura dei difetti delle nostre comunità. Dobbiamo conoscerli: la nostra comunità non migliora chiudendo un occhio ma quando conosce la sua malattia e grida al Signore implorando la salvezza. La vita comunitaria è prima di tutto una questione di fede: credere in Dio e credere che Dio opera attraverso la semplicità delle persone della nostra comunità. Più sei sconcertato, più devi avere fede perché questa malattia non è per la morte ma perché si manifesti la gloria di Dio.

Per me vedervi e sentirvi è una bellezza, percepisco la partecipazione e il vostro crederci, che è fondamentale. Noi siamo degli elementi imprescindibili e il Signore si serve di noi: Gesù infatti chiede agli altri che sia aperto il sepolcro, un’operazione che chiama la nostra compartecipazione di fede. Di fronte al sepolcro bisogna avere il coraggio di guardare. Se non facciamo così, vediamo solo la morte.

Dobbiamo essere accoglienti, disponibili alla condivisione, essere Chiesa, lavorare insieme, fare un lavoro di squadra. Ci sono tante sfide e credo che questo incontro di oggi ci abbia un po’ rafforzato sul fatto che ce la possiamo fare. Se lo diciamo non è perché è chiaro che ne abbiamo le forze, ma perché è chiaro che stiamo morendo. È la forza della fede di fronte alla morte di Lazzaro, quella che ci dice che ce la possiamo fare. Perciò è giusto guardare le nostre comunità con la consapevolezza che il Signore agisce attraverso la semplicità dei nostri fratelli”.

Paola Bianchi

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