Eccellenza, qual è la relazione tra la Quaresima e la Pasqua?
La Quaresima è tutta volta verso la Pasqua: è il tempo che prepara a celebrare la Pasqua nel modo migliore. La Pasqua è il passaggio del Signore che passa sanando e beneficando il popolo di Dio e questo sanare e beneficare è donare il bene sommo ovvero la salvezza eterna e la comunione con Dio.
E nella vita di tutti i giorni di un cristiano?
Nella Quaresima si vive quella preparazione che fa si che la nostra passione diventi presenza del Risorto: è un cercare di affrontare i problemi della vita alla presenza di Cristo che è il Risorto, che è vivo e ancora presente tra noi: nella nostra vita. Come diceva Papa Benedetto “sempre e di nuovo”.
Cosa fa Lei nella giornata del sabato Santo?
Per me il sabato è un giorno in cui rifletto moltissimo su come ha trascorso la giornata Pietro: quali sentimenti ha avuto nel suo cuore dopo aver rinnegato Gesù, cosa ha pensato avendo saputo che era morto e avendo chiuso in quel modo la sua personale storia di sequela di Gesù. San Pietro è il simbolo del dolore dei fedeli alla morte di Cristo e la gioia di ritrovarlo risorto. Una gioia trepidante perchè anche quando ti accorgi che è vivo ti domandi se ha perdonato il tuo peccato ma poi la rinnovazione della Chiamata di Cristo fuga ogni dubbio e ogni titubanza e ti fa godere a pieno della gioia del Signore Risorto.
Com’è vivere la Pasqua da Vescovo?
Devo dire che aldilà del significato oggettivo, soggettivamente ho desiderato ardentemente celebrare la Pasqua per esempio in occasione della Messa crismale. Questo mio incontrare il popolo di Dio in una concelebrazione insieme ai sacerdoti è un segno proprio bello che mi colpisce, che mi tocca e commuove il cuore. Quando penso alla Pasqua colgo la dimensione diocesana nella celebrazione della Santa Messa crismale mentre generalmente la partecipazione è, come comprensibile e giusto, più parrocchiale.
Quale resurrezione chiederebbe ai sacerdoti e laici?
Io la chiederei indistintamente a tutti, anche me stesso: desidero la resurrezione di chi riesce a guardarsi nella sua miseria, ad implorare salvezza al Signore e a incontrare il Risorto perchè è Lui il nostro Salvatore; è lui che ci salva dalla nostre fragilità.
Quali resurrezioni ha visto nella sua vita di sacerdote? Ha un episodio da raccontare?
In questi giorni mi accompagna il ricordo di questa amica scout di Frosinone che al termine di una route su San Francesco ha avuto un attacco epilettico ed è entrata in ospedale dicendo: “voglio fare di questa malattia qualcosa di bello”. Purtroppo a soli 40 anni le fu diagnosticato un tumore ai polmoni con metastasi al cervello, le dissero che aveva circa un mese di vita. Alla route dell’anno seguente si è ripresentata e al capitolo finale disse: “non so perchè sono ancora viva, neppure i medici si spiegano questo mio buono stato di salute, la mia forza è stata l’Eucarestia. Quando il nostro assistente ci ha parlato della morte di San Tommaso d’Aquino nella stanza in cui morì e del suo ardore nel ricevere l’Eucarestia mi sono detta: come vorrei poter morire così! Chiedo al Signore e alle vostre preghiere che io possa camminare in questa direzione”
Questo discorso mi colpì molto: contrariamente alle mie aspettative questa amica non chiese preghiere per la sua guarigione ma per il modo della sua morte. L’anno successivo ancora non venne in route a causa di una frattura alla gamba, dopo nove mesi morì a distanza di due anni e nove mesi dalla diagnosi. La resurrezione sta qui: quando celebrarono il suo funerale dovettero farlo all’aperto perchè c’era troppa gente ma soprattutto fu una grande festa! Questo fa capire che la gioia della resurrezione era arrivata a tutti anche in un evento così doloroso.
Eccellenza, quali auguri vuole rivolgere alla diocesi per queste festività pasquali?
L’augurio che faccio è quello di saper morire con Cristo nelle nostre piccole morti quotidiane per risorgere veramente con Lui! Di cuore auguro a tutti questo.
a cura di Carlotta Testa