Gentile dottoressa, mio figlio non vuole andare a scuola. Che faccio?
Bisogna capire da cosa nasce questo rifiuto, partendo innanzitutto dalle condizione di salute del bambino: se dorme regolarmente o ha degli incubi e si sveglia di notte all’improvviso, se mangia i cibi che gli servono o se ha meno appetito, se va in bagno regolarmente e, solo dopo, fare una valutazione anche di tipo psicologico. Occorre cercare di capire se il rifiuto nasce da fattori endogeni o esogeni. I primi sono quelli che riguardano direttamente il bambino e si osservano nel comportamento extrascolastico: se è il bimbo è più triste del solito, se gioca meno con gli altri bambini, se tende a isolarsi; tra i fattori esogeni, rilevano i cambiamenti in famiglia (per esempio, la nascita di un fratellino), l’assenza di un parente caro o, ancora, il cambiamento della scuola (da materna a elementare) o degli insegnanti. È utile confrontarsi tra genitori, per confrontare le diverse prospettive e parlarne direttamente con il bambino, per capire le sue spiegazioni. A volte, infatti, entrano in gioco le relazioni con i compagni o con gli insegnanti: il bambino può sentirsi inadeguato o impaurito rispetto alle prestazioni richieste. Ci possono essere alcuni segnali, come la difficoltà di concentrazione e di attenzione, oppure nella lettura/scrittura. Ma continueremo ad approfondire l’argomento la prossima volta.