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#Editoriale – Chiesa: una regola o uno stupore?

Care lettrici, cari lettori, il 28 settembre di 39 anni fa moriva Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I. Era stato definito, giustamente, “Papa del Sorriso” e “Sorriso di Dio”. Il suo sguardo benevolo, rassicurante e pieno di certezza aveva lasciato un segno, anche nei soli 33 giorni del suo Pontificato. Quando divenne papa “erano tutti contentissimi”, come ebbe a dichiarare il cardinal Bernardin Gantin, illustre decano del Sacro Collegio. In questi giorni pensavo che un pontefice così ce lo siamo dimenticati un po’ troppo velocemente, ed è un vero peccato. Da una sua Udienza del 6 settembre 1978: “Io rischio di dire uno sproposito, ma lo dico: il Signore tanto ama l’umiltà che, a volte, permette dei peccati gravi. Perché? Perché quelli che li hanno commessi, questi peccati, dopo, pentiti, restino umili”. E in un’altra occasione, pronunciò una frase da far tremare i polsi: “Il vero dramma della Chiesa che ama definirsi moderna è il tentativo di correggere lo stupore dell’evento di Cristo con delle regole”. Correggere lo stupore di Cristo con delle regole: ma ditemi voi se non è questo il succo, la sostanza, di tante omelie domenicali! Il Peccato originale non lo si spazza via facendo i bravi ragazzi… eh no, senza lo stupore di Cristo non si può nemmeno desiderare di rispettare la regola. Ma certo, chi è cosciente del proprio limite (“Il Signore tanto ama l’umiltà che, a volte, permette dei peccati gravi” diceva Papa Luciani) questo lo sa bene. Chi rispetta le regole, purtroppo per lui, no. E si perde il meglio.

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