Al termine della desolante sconfitta vercellese contro l’Arezzo, dopo l’ennesimo “ci metto io la faccia” del direttore sportivo Pasquale Sensibile, è apparso in sala stampa Cristian Stellini: teso e nervoso come non mai. Il Mister, una maschera a metà tra l’impietrito e l’esasperato, ha dichiarato di conoscere un solo sistema per uscire dal tunnel buio nel quale i Grigi si sono cacciati: il lavoro. All’apparenza, le parole dell’allenatore dell’Alessandria sembrano ineccepibili, ma così non è, perché non sempre caricare i problemi a testa bassa lavorando, lavorando e ancora lavorando si rivela la giusta ricetta per uscire da una crisi. Non sempre, detto in altre parole, gli uomini possono risolvere i loro problemi faticando e cercando di scalare la montagna: talvolta occorrono altre strategie, altre strade da percorrere per risolvere le situazioni più intricate, e questa è esattamente la situazione in cui si trova l’Alessandria Calcio. Non voglio essere enigmatico ma, prima di dichiarare quello che per me è il giusto rimedio, vorrei rammentare quanto sta accadendo, da un mese a questa parte, nella tana dell’Orso ove i moduli di gioco cambiano – spesso nel corso della stessa partita – e cambiano continuamente gli interpreti ed i ruoli (spesso non coerenti con le rispettive caratteristiche) che viene loro domandato di ricoprire. È evidente che, in un contesto del genere, ai giocatori dell’Alessandria sta mancando la serenità, ingenerandosi di contro una sorta di ansia da prestazione che impedisce al collettivo di sensiesprimersi come un’orchestra armonica e regala troppo spesso l’immagine di uomini alla disperata ricerca di una soluzione che non si trova mai, spingendosi in avanti alla ricerca della giocata vincente in barba a schemi che saltano o che, semplicemente, non ci sono più. E allora vorrei dare un umile consiglio all’Allenatore e a tutto l’ambiente: oggi l’Alessandria non ha tanto bisogno di lavoro, lavoro e ancora lavoro, quanto, piuttosto, di serenità. È ovvio, non si vuol certo affermare che i giocatori non debbano allenarsi con il massimo impegno, ma quello che il Mister dovrebbe comprendere è che occorre lavorare su un modulo e su una formazione tipo, quindi avere il coraggio di trasmettere ai giocatori l’idea che non siano costantemente sotto esame ma che possano, ed anzi debbano, lavorare con quella dose di tranquillità necessaria a ritrovare movimenti, coordinazione e soprattutto risultati. Caro Stellini, provi a trasmettere anzitutto serenità alla testa dei suoi uomini e vedrà che le gambe si muoveranno di conseguenza e i primi risultati arriveranno.
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