Afghanistan, Pakistan, Terra Santa, Yemen, Nigeria, Repubblica Centro Africa, Repubblica del Congo, Sud Sudan, Libia, Irak, Mali, Siria, Somalia, Burundi. E’ solo ripetendo questo dolente e incompleto elenco di nazioni ove attualmente si stanno vivendo situazioni di assenza di pace che diventa evidente la denuncia di Papa Francesco di una “terza guerra mondiale” in atto. Non dobbiamo, quindi, meravigliarci che carovane di umanità sfinita lascino la propria terra in cerca di futuro altrove. Il Risorto si presenta ai suoi con il saluto “Pace a voi”. Nella vicenda terrena di Gesù il rifiuto della violenza è totale, sia nella sua vita che nella sua parola. Non basta, però, invocare la pace: per questo dono dobbiamo essere disposti a sacrificare anche qualcosa di noi stessi. Oltre alla tunica ci viene chiesto anche il mantello. Non solo a livello personale, ma anche di comunità. Impariamo a guardare il mondo dalla parte degli ultimi. Per noi l’impegno a conformarci a Cristo “mite e umile di cuore” e a promuovere cammini di liberazione da ogni ingiustizia per non lasciare i poveri e gli umili in balia di potenti e arroganti. Per favorire la vita degli oppressi dobbiamo, almeno un po’, disturbare quella degli oppressori. Così saremo chiamati figli di Dio, già sulla terra.
Roberto Massaro