Commento al Vangelo di Domenica 20 maggio 2018
Domenica di Pentecoste
Cinquanta giorni dopo la Pasqua, agli apostoli riuniti nel Cenacolo, il Signore risorto dona il suo Spirito che continua a donare anche a noi oggi! Che grande dono! Che immensa responsabilità!
Lo Spirito Santo, amore puro e autentico, inizia a dimorare nell’uomo conducendolo così a una vita nuova ma lo aiuta anche ad aprire i suoi occhi su se stesso facendo venire alla luce le proprie fragilità. Gesù ci ha preannunciato chiaramente questo grande e misterioso avvenimento, “quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.
Lo Spirito è veritiero perché non è autoreferenziale ma perché ha origine dal Padre e non ha altra preoccupazione che dare testimonianza del Figlio: “Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Come lo Spirito, anche noi dobbiamo cercare con tutte le nostre forze e con l’incessante preghiera di non cadere nell’autoreferenzialità della testimonianza per non rischiare di annunciare noi stessi, uomini fragili e limitati, invece che proclamare il Dio della vita e dell’amore. San Paolo, nella seconda lettura, ha ben presente questo rischio e ci esorta a camminare secondo lo Spirito così da non essere portati a soddisfare il desiderio della carne: “la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste”.
Se lasciamo spazio allo Spirito ci ricolmerà di beni e opere sante
Se lasciamo prendere il sopravvento alla “carne” questa ci condurrà solo a compiere numerose opere, faticose e interminabili, per colmare i nostri vuoti, mentre se lasciamo spazio allo Spirito questo ci ricolmerà di beni e di opere sante, “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”, che ci consentiranno di dare buona testimonianza ma ancor più di dar senso alla nostra vita.
Questo passaggio, a volte, ci sembra tanto difficile e lontano dalle nostre limitate capacità ma tutto ciò non ci deve scoraggiare o allontanare poiché il Signore, nella sua sconfi nata pazienza e misericordia, ci conosce a tal punto che sa bene che in alcuni momenti o fasi della vita non siamo in grado di “portarne il peso” ma ci chiede sempre e comunque di vivere dello Spirito e camminare secondo lo Spirito.
a cura di don Giovanni Bagnus