Dottoressa, quali farmaci si possono utilizzare durante l’allattamento?
La salute della mamma durante l’allattamento è fondamentale, sia per se stessa e per il bambino. In caso di malattia si può valutare se sia il caso di iniziare o continuare una terapia a base di farmaci. Bisogna infatti valutare quali possono essere gli effetti conseguenti al passaggi del farmaco. La percentuale delle donne in allattamento che assumono farmaci va dal 75% al 95%. La malattia della madre potrebbe rappresentare un rischio per il bambino e non dovrebbe essere differito. Per esempio, quando la mamma ha un ascesso dentario e deve assumere antibiotici, la scelta dovrebbe ricadere su farmaci (principi attivi) per cui esista un’esperienza clinica in allattamento. Se possibile, come in caso di asma, è meglio assumere cortisonici in aerosol o puff (spray), anziché in compresse per bocca. Solo se un farmaco è assolutamente controindicato in allattamento, come anestetici locali iniettivi, si può interrompere l’allattamento per poi riprenderlo nelle 24-48 ore successive. In questo caso si consiglia di utilizzare un tiralatte, per mantenere la produzione valida di latte, anche se questo latte verrà buttato. In genere si consiglia di assumere il farmaco da parte della mamma dopo la poppata. Nessun farmaco assunto dalla mamma può essere considerato assolutamente sicuro: infatti la madre deve continuare a osservare il bambino per il possibile rischio di insorgenza di reazioni avverse. Esistono centri con servizi d’informazione sull’uso di farmaci in allattamento e gravidanza, come a Bergamo (numero verde 800. 883300), Roma, Firenze e Padova. Inoltre, l’uso di farmaci in allattamento deve tener conto che le eventuali controindicazioni ad allattare implicano la perdita di documentati benefici sia per la mamma che per il suo bambino.
Per fare una domanda alla dottoressa Sabrina Camilli: redazione@lavocealessandrina.it oppure pediabimbumbam.altervista.org.