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La recensione – L’Ave Maria di Francesco

Ave Maria è una delle preghiere più conosciute in quanto imparate fin dall’infanzia o almeno nel percorso di catechesi per l’iniziazione cristiana. È anche il titolo di un volume, appena pubblicato da Rizzoli e Libreria Editrice Vaticana, in cui papa Francesco dialoga con don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova (pp 158, euro 16). Il Pontefice commenta la nota orazione riga per riga, attingendo soprattutto alla sua esperienza di gesuita e di vescovo in Argentina. Dalla lettura dei vari racconti emerge tuttavia un quadro organico, fondato soprattutto sull’insegnamento del concilio Vaticano II (1962-1965), che vede un parallelismo tra Maria e la Chiesa.

Del resto, come spiega il libro, Chiesa è, non a caso, un sostantivo di genere femminile: essa «è donna perché è sposa» (p. 119). «La santità è lasciare fare a Dio» (p. 65): in questo la Madonna è veramente campionessa! Ha accettato di passare per «la mamma del criminale» (p. 67) pur di vedere realizzata la salvezza. Ha condiviso i sentimenti del Figlio e ora si mostra madre per tutti i suoi discepoli. Eppure «ha vissuto una vita normale» (p. 42), come donna del popolo, appassionata delle Scritture, che «lavorava, faceva la spesa, aiutava il Figlio, aiutava il marito» (p. 19). Leggere questo testo mette a contatto con il mondo interiore del Santo Padre, la cui devozione esterna è a tutti ben nota, come documentato, ad esempio, dagli immancabili doppi pellegrinaggi, prima della partenza e subito dopo il ritorno, in occasione di un viaggio apostolico all’estero, accompagnati da omaggi fl oreali, presso la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, che custodisce l’antichissima icona della Salus Populi Romani.

Fabrizio Casazza

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