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Il contrappello – Non separare religione e società

Questa settimana su Avvenire ho raccontato di due eventi cui ho partecipato: uno a Imperia (nella foto), città dell’olio, l’altro a Tregnago, città del vino. E sono stati incontri speciali e nuovi, che hanno messo in luce la voglia di spiritualità che permea la società attuale. A Imperia ha parlato il Vescovo di Sanremo-Ventimiglia su etica e lavoro, dando un’impronta inusuale a temi economici. A Tregnago la mostra su Gianmaria Fumagalli che, nel 1977, a soli 17 anni, morì di leucemia, ha aperto una riflessione sui rapporti contemporanei e sul valore delle relazioni, mettendo in evidenza come l’esempio di un ragazzo semplice e tenace nella fede sia ancora attuale oggi. Scoprirlo, per me, è stata una sorpresa. Questi due appuntamenti hanno rivelato come si possa smettere di ragionare per compartimenti stagni, issando steccati psicologici fra religione e società, che producono isolamento, mentre il nostro Paese ha bisogno soprattutto di aperture e di respirare un’aria nuova.

Paolo Massobrio

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