La scalata come esperienza di vita.
Un luogo capace di accogliere tutte le generazioni
Don Pietro Battegazzore, nel luglio del 1943, all’età di 24 anni, venne a Valenza come viceparroco nell’unica parrocchia di allora. Fin dall’inizio del suo impegno si dedicò ai giovani per aiutarli ad affrontare le difficoltà, che erano tante, in quel duro periodo di guerra. I giovani, incontrandolo, si accorsero subito che quel giovane prete aveva straordinarie qualità, soprattutto una profonda spiritualità, una grande umanità e uno spiccato senso dell’amicizia. Incontrava i giovani all’Oratorio, uno dei pochi luoghi di aggregazione in quei tempi, ma anche per le strade di Valenza che percorreva in bicicletta regalando il suo sorriso e la sua cordialità. Dialogava con tutti con grande disponibilità. In quei tempi difficili don Pietro ha fatto scoprire a tantissimi giovani di allora i valori umani più grandi come l’amicizia, l’ascolto, la tenerezza, la fiducia, l’impegno, l’umiltà, la speranza, l’amore per gli altri.
Tutti valori di cui oggi sentiamo il bisogno! Con il suo entusiasmo, si era nel 1947, appena a due anni dalla fine della guerra, riuscì in poco tempo a farsi regalare dalla Sip una baracca che era servita per i lavori alla Centrale Elettrica di Perrères, fra Valtournenche e Cervinia. Con l’aiuto di muratori, fabbri, falegnami e volontari la struttura venne portata appena più a monte, a quota m.1950, in una posizione di straordinaria bellezza, al cospetto del Cervino e delle Grandes Murailles. Lassù rimase la Casa di Vacanze di Valenza, per giovani e famiglie, poi migliorata e abbellita con vari interventi per renderla adatta allo scopo per cui era stata realizzata. Per oltre 70 anni di vita il Campeggio è stato un luogo di aggregazione, di condivisione di valori, e soprattutto una scuola di vita. Ha accolto migliaia di persone in un ambiente familiare a contatto con la natura, in uno dei luoghi più affascinanti delle Alpi. Si condividevano escursioni sui sentieri e sulle cime anche con l’appoggio delle Guide Alpine di Valtournanche. La mattina del 7 agosto 1950 un gruppo di ragazzi partì all’alba con don Pietro per la traversata della Cresta del Furggen.
È un percorso abbastanza impegnativo e lungo ma tutto procedette bene sotto un cielo azzurro. In alcune ore di cammino si completò la traversata sino al rifugio Teodulo. Alle 15 però il tempo cambiò e il cielo si coprì di nuvole minacciose. Nella discesa scoppiò un violento temporale e mentre si era quasi giunti alla Funivia di Plan Maison un fulmine colpì don Pietro e fece cadere a terra alcuni ragazzi. Questi ultimi, soccorsi, si rialzarono ma don Pietro trovò la morte. È stato il parafulmine di tutti quei ragazzi del gruppo! A Valenza una folla immensa ha accompagnato il funerale. La morte di don Pietro legò ancora di più i ragazzi di allora e tutta la città al Campeggio, che venne ampliato e migliorato nella sua struttura fornita di tutti i servizi necessari al suo funzionamento. Al centro della costruzione, nel 1955, venne realizzata una chiesetta utilizzata per le celebrazioni liturgiche.
Intanto don Luigi Frascarolo, che venne a Valenza come vice parroco nel settembre del 1950, proseguì l’opera di don Pietro e dopo di lui don Ezio Vitale e tanti altri sacerdoti. Con loro, alla cura e alla gestione del Campeggio, hanno sempre collaborato tantissime persone, giovani, meno giovani e in particolare giovanissimi che si impegnarono, e che tuttora lo fanno, a guidare i turni estivi dei ragazzi, attraverso una seria preparazione, per garantire animazione ed efficaci contenuti formativi. Un altro fatto triste successe il 27 dicembre 1966 al Campeggio quando fu distrutto da un incendio. Grazie all’entusiasmo e alla partecipazione di tutta la città, il Campeggio fu ricostruito e a luglio riaprì e riprese la sua attività a favore dei giovani. Come in tutte le strutture, per mantenerle integre e sicure, sono stati necessari interventi di manutenzione importanti ed onerosi.
Nell’agosto 2017, fra gli Amici del Campeggio, il gruppo “Amici di don Pietro”, in accordo col Prevosto mons. Massimo Marasini, si è istituito un comitato, nato volontariamente, per sensibilizzare le opere necessarie da eseguire, fra le più importanti di esse l’impianto idrico e l’impianto di riscaldamento. Nei prossimi mesi si dovrà anche rifare completamente l’impianto degli scarichi dei servizi igienici, bagni e docce, tutto fortemente compromesso da una lunga usura.
Centinaia di persone hanno risposto all’appello lanciato, manifestando il grande affetto dei valenzani per questa opera, consentendo di realizzare i lavori effettuati. Il Comitato confida che l’adesione e il contributo dei cittadini continui anche per far fronte alle opere che rimangono da fare, affinché il Campeggio possa svolgere sempre meglio la sua attività futura.
Giorgio Manfredi