Carissimi, don Bosco è stato un pastore straordinario, ma io vorrei che noi comprendessimo che la straordinarietà di don Bosco è una grazia particolare di Dio. Perché le cose di Dio funzionano attraverso una grazia in particolare. Dio si può servire di chiunque, anche di persone che non sono straordinariamente portate. Ma la sua grazia fa fare grandi cose. E questo ci fa capire come sia importante che noi proviamo a vivere la nostra vita seguendo Dio. Dovete sapere che sono tornato ieri sera, sono ancora un po’ sfasato mentalmente, in aereo da Panama. Questo è uno dei posti in America Latina, dove l’adorazione a don Bosco è sentita davvero. […]
E sapete perché c’è questa devozione particolare don Bosco? Quando un salesiano me lo ha detto ho pensato: “Qua don Bosco avrà fatto qualcosa di straordinario”. C’era un salesiano che hanno mandato in un paese dell’America Centrale, perché in una comunità non si trovava tanto bene, gli sembrava di non essere buono a nulla. In comunità aveva altri salesiani bravi e si sentiva incompiuto. Passa un po’ di tempo e decide di scrivere una lettera all’ispettore generale dell’ordine, in cui chiede di lasciare i salesiani dicendo: “Non fa per me, mi rendo conto che ho sbagliato”. Viene in visita uno da Torino, e questo gli manifesta la sua intenzione: “Guardi ho deciso di lasciare i salesiani, mi rendo conto di non essere adeguato, non mi trovo bene e non sono contento”. Questo gli dice: “Ma no ma padre ci ripensi, le trovo un’altra sistemazione”. E il salesiano risponde: “No guardi ho già deciso, ho già spedito la lettera a Torino”. E allora il salesiano in visita gli propone: “Nel frattempo che gli arriva una risposta venga con me, la porto a Panama che c’è bisogno. Provi un po’ e vedrà che si troverà bene”. Questo veramente poco convinto va a Panama e si mette a organizzare un po’ di pastorale salesiana. E qui trova una risposta grande, che da nessuna parte c’è mai stato un coinvolgimento così di ragazzi e di persone. E così rimase salesiano. Questo per raccontare di come il Signore si serva delle persone che pensano di non avere frutto e fa attraverso di loro cose grandi. A tal punto che la devozione più forte a don Bosco la trovi lì. Ed è dovuta a chi? A un uomo che pensava di non essere in grado e voleva lasciare il sacerdozio salesiano. Allora io vorrei dirvi che è molto importante credere che il Signore può fare grandi cose. Dovete crederlo! […]
Il secondo messaggio che vi vorrei lasciare riguarda le tre foto che sono alla fine della lettera pastorale. Una cosa accaduta con i ragazzi che sono venuti in pellegrinaggio a Lourdes a fare servizio con i malati l’estate scorsa. E quello che ho voluto scrivere nella lettera è che è importante fare le cose assieme. Quali grandi cose si possono fare assieme. Infatti, alla fine del pellegrinaggio i ragazzi fanno un momento di condivisione e mi invitano. Ascolto questi ragazzi, erano 42. Poi mi chiedono di dire una parola, io anziché parlare ho tirato dentro il cerchio un grosso tavolo e ho chiesto ai ragazzi: “Vi voglio tutti qui intorno con un dito sotto al tavolo, e adesso piano piano alzate questo tavolo”. Questi hanno alzato questo grosso tavolo, hanno capito che era facilissimo e l’hanno sollevato anche con le punta delle dita. Dopodiché ho detto: “Io peso 93 chili, mi siedo sul tavolo e provate a sollevarmi con un dito”. I ragazzi mi hanno sollevato di mezzo metro. Questo l’ho fatto per dire: ragazzi ricordatevi che nella vita, con pochissimo sforzo, ma insieme potete fare delle cose che nemmeno riuscite a pensare. Allora don Bosco ci ha insegnato questo: quando insieme stiamo con il Signore, ci fidiamo di lui, impariamo a pregare, si possono fare cose straordinarie!