«Siamo partigiani di pace, perché la libertà è un dono, che va difeso con senso di responsabilità e coraggio», ha detto il cardinale e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco durante la messa del 7 aprile alla Benedicta nel 75° anniversario dell’eccidio. «Era proprio il 7 aprile del 1944 – ha ricordato il presidente dell’associazione Memoria della Benedicta Daniele Borioli – durante la settimana Santa circa 150 partigiani fucilati sul post oltre 150 deportati a Mauthausen, mai più tornati: è stata la più grande ed efferata strage della Resistenza italiana». La celebrazione è iniziata e si è conclusa nel ricordo del compianto presidente don Gian Piero Armano, morto lo scorso agosto.
Per la prima volta non c’era lui a celebrare la Messa, e il sindaco Stefano Persano, che ha ringraziato le istituzioni e i volontari, ha chiesto un minuto di silenzio. L’ultimo applauso lo ha dedicato a don Armano l’oratrice ufficiali Carla Nespolo, presidente Nazionale dell’Anpi: «Essere partigiani oggi significa non rinunciare ai diritti acquisiti. È un tempo difficile e precario soprattutto per i giovani ma se pensiamo che una ragazzina di 16 anni ha galvanizzato l’attenzione del mondo sui problemi dell’ambiente, significa che le generazioni precedenti hanno fatto un buon lavoro». «La sfiducia abita nell’uo- Daniela Terragni mo moderno – ha detto il Cardinale – se vogliamo onorare i Caduti, dobbiamo ricordare che tutti abbiamo bisogno di tutti. È una grande fatica vivere insieme, ma è l’unico modo per superare l’individualismo. La bellezza struggente di un fiore reciso è la promessa di infinito, il sacrificio estremo delle vite umane possa colmare i nostri piccoli cuori di ideali alti e nobili».
Daniela Terragni