Il museo dell’Automobile di Torino (Mauto), in collaborazione con il museo di Chiasso, presenta la mostra “Auto che passione! Interazione fra grafica e design”. Fino al 30 giugno sarà possibile ammirare le opere grafiche create dai migliori designer. Tre sono le sezioni tematiche nelle quali prende forma la mostra: l’eleganza, la velocità e le esposizioni. In più, è prevista un’ulteriore area tematica dedicata unicamente a Carlo Biscaretti, progettista e fondatore del museo, e ai suoi disegni. Tutte le opere esposte provengono, oltre che dal museo di Chiasso e dall’archivio del Centro di documentazione del Mauto, anche da prestigiose collezioni pubbliche (come la Raccolta Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano) e da importanti collezioni private, fra cui quella di Alessandro Bellenda. Assieme ai manifesti in mostra saranno presenti sei vetture iconiche della storia del design del Novecento: l’Alfa Romeo 8C 2300 Touring del 1934, la Lancia Aurelia B52 Coupé Bertone del 1951, la Pantera De Tomaso GTS Ghia del 1974, la Ferrari 308 GTB Pininfarina del 1980, l’Alfa Romeo V6 3.0 Vittoria del 1995 e la Iso Rivolta Vision GT Zagato del 2017. Modelli che, con il loro stile unico, hanno ispirato i pubblicitari di ogni epoca.
«Questa mostra, vivace e stimolante, nasce da una delle nuove collaborazioni a livello nazionale e internazionale che il Mauto ha intrapreso allo scopo di aumentare la visibilità e allargare il proprio pubblico» spiega Mariella Mengozzi, direttrice del museo. «Inoltre, “Auto che Passione!” ci consente di far conoscere un aspetto significativo e meno noto della personalità del nostro fondatore, Carlo Biscaretti di Ruffia: quello di artista, grafico pubblicitario e umorista. Professione che Biscaretti ha svolto con talento e grande efficacia, non solo per marchi automobilistici ma anche di altri settori». Con le loro grafiche sono presenti alla mostra alcuni dei più grandi disegnatori del secolo scorso: da Jules Chéret, padre del manifesto moderno, di cui è esposto il Benzo-Moteur del 1900, a Marcello Dudovich per la Nuova Balilla (1934); e poi ancora Max Huber per il 40° Gran Premio d’Italia del 1969, fino ai poster degli Anni 90. Altri manifesti celebri sono firmati da Leopoldo Metlicovitz, Plinio Codognato, Marcello Nizzoli e dal fondatore del Mauto, appunto, Carlo Biscaretti di Ruffia, del quale quest’anno ricorrono i 140 anni dalla nascita e i 60 anni dalla morte. Per info: museoauto.it.
Andrea Allegra