IL CONTRAPPELLO
Il politico e il cameriere…
Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato del mestiere di cameriere che, come disse don Giussani: «… è una posizione di servizio alla singola persona, non a un’umanità generica». Collegandomi alla politica e ai recenti dati elettorali, mi viene da dire che c’è un partito di camerieri che ha vinto: sono i sindaci dei piccoli paesi, dove si impara dal basso a servire. Purtroppo il loro lavoro spesso viene ignorato, sebbene la politica del futuro cominci proprio da lì, dalla prossimità. Leggendo i nomi degli eletti della mia regione, vedo tanti giovani, mentre i politici di vecchio corso non ce l’hanno fatta. Perché la politica non è un mestiere, come invece il lavoro del cameriere. Tuttavia il politico e il cameriere hanno in comune un aspetto importante: ogni loro azione non può mai prescindere dal fattore umano, in quanto – per dirla sempre con le parole di don Giussani – «Il piatto anche migliore non vale se non è amica e gentile la mano che lo offre».
Paolo Massobrio