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La voce di Borsellino

A 27 ANNI DALLA MORTE

La Commissione antimafia ha deciso di desecretare oltre 1.600 documenti, dal 1962 al 2001, organizzati e resi pubblici sul sito web www.parlamento.it/antimafia. E lo ha fatto tre giorni prima del 27° anniversario della strage di via D’Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992, ricevendo anche il plauso del premier Giuseppe Conte. Tra questi documenti colpiscono i file audio con le parole, dettate dalla stanchezza e dalla rabbia, di Paolo Borsellino. Era il 1984, e il magistrato denunciava all’antimafia: «Che senso ha perdere la libertà la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera». Borsellino, infatti, era scortato dagli agenti solo fino a mezzogiorno, per mancanza di autisti giudiziari. «A Marsala […] non c’era una volante né della Polizia, né dei Carabinieri, che potesse assicurare l’intero arco delle 24 ore» ribadiva Borsellino due anni dopo, nel 1986. Il magistrato raccontava anche di come il boss Tommaso Buscetta potesse girare liberamente e impunemente nel “salotto” di Palermo, in via Ruggero Settimo, perché sapeva che tra le 14 e 16 c’era la “smonta” delle volanti. «E noi latitanti ci facevamo la passeggiata» spiegava Buscetta a un allibito Borsellino.

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