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«Ero convinta di sposarmi, e invece…»

Le storie di Voce

Domenica 8 Isotta farà la sua Prima Professione alle Immacolatine. E intanto ci racconta la sua storia

Isotta Nicolai, 30 anni, originaria di Carrara e laureata in Medicina a Pisa, domenica 8 dicembre alle 10 farà la sua Prima Professione nel Santuario delle Immacolatine di Alessandria (in via Tortona 44), dopo due anni di Noviziato a Milano in cui è stata accompagnata dalla sua madre maestra suor Lucia Del Colle. «Suor Lucia mi ha seguito con amore e dedizione» ci ha detto «tirandomi le orecchie quando serviva!». Con lei faranno la Professione Perpetua suor Anne Tonoukouin del Togo, e un rinnovo dei voti temporanei suor Caroline Clement, nigeriana. Abbiamo chiesto a Isotta di raccontarci la sua storia di conversione. Che, vi assicuriamo, è davvero sorprendente.

Isotta, diamoci del tu. Quando hai scoperto la tua vocazione?
«Pur venendo da una famiglia non credente, ho ricevuto i Sacramenti facendo tutto il percorso di iniziazione cristiana. Poi al liceo, avevo 15 anni, il prof di religione propose alla mia classe una esperienza di due settimane di volontariato al Cottolengo di Torino, in estate. Io non volevo partecipare, ma siccome le mie amiche ci andavano mi sono fatta trascinare. Per me era una vacanza, nulla di più. Pensa che mi sono presentata dalle suore con le treccine in testa e la maglietta con i teschi, e ho detto subito, per mettere le cose in chiaro: “Comunque a Messa io non ci vado!”».

Lì che cosa succede?
«Quell’esperienza di volontariato mi “prende”, e così ogni volta che ho qualche giorno di vacanza torno a Torino. Continuo a non andare a Messa, mi basta il volontariato. Poi a 18 anni mi fidanzo, e al Cottolengo ci vado un po’ meno».

Un classico…
«Guarda, a 21 anni io e lui decidiamo di andare in vacanza insieme in Puglia. Prima di partire gli dico che avrei fatto cinque giorni al Cottolengo, dal 5 al 10 agosto. Il giorno in cui devo tornare a casa, la suora caposala del reparto di sclerosi multipla, dove presto servizio, mi fa un invito: “So che tu non credi, ma puoi venire lo stesso in Cappella con me. Dico una preghiera e ti affido al Signore”. La seguo, male non farà, penso… La suora prega in silenzio, la vedo concentrata e, siccome sono curiosa, le chiedo spiegazioni. Lei allora recita un’Ave Maria e la preghiera del mattino: “Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia da Te il suo inizio e in Te il suo compimento”. Resto a bocca aperta: sento che devo rimanere. La mattina dopo vado alla Messa di comunità alle 6.20 del mattino: il Vangelo è quello del figliol prodigo, me lo ricordo ancora! Faccio anche la comunione, anche se non mi confessavo da almeno 10 anni. Comincio ad andare a Messa tutti giorni. Intanto saltano le vacanze con il fidanzato… Mio papà mi telefona: “Ma mica ti farai suora?”. E io: “Ma no, figurati!”».

Alla fine di agosto torni a casa.
«La prima settimana niente Messa. Poi invece comincio ad andarci, di nascosto, magari alle 7 di sera. Mi vergognavo, davvero (ride). Nel 2012, a settembre, torno a Torino: le suore del Cottolengo mi invitano per la Professione Perpetua di alcune loro consorelle. La sera, nella chiesa grande, c’è l’ora di Adorazione… io mi stavo addormentando, “davo le tocche”, come si dice dalle mie parti. Ma alzando lo sguardo verso l’Ostensorio, sento una forza che mi attrae, come se camminassi lungo la navata centrale per andare verso l’Ostensorio: una calamita che mi attira, qualcosa che da allora non ho più provato. Quella notte non dormo… il giorno dopo ne parlo con una suora e lei mi propone un cammino di discernimento e di conoscenza di Gesù. Mi suggerisce di farmi accompagnare da un sacerdote del Cottolengo di Pisa, don Peter Veluthedat, che mi indirizza verso le Suore Immacolatine dove lui andava a dire Messa il martedì mattina. Lì conosco suor Lucia Basile, la direttrice, che mi dà un libro su Madre Beltrami. Lo leggo e rimango folgorata. Mi sentivo però tra due fuochi: chi scegliere tra il Cottolengo, dove avevo incontrato la fede, e le Immacolatine, dove mi sentivo più a casa?».

E dunque?
«Alla fine vince l’accoglienza delle Immacolatine. Chiedo di fare un’esperienza nel loro Centro sociale a Pisa e vengo accettata. Da lì non me ne sono più andata, e non me ne andrò più. Io dico sempre che il Signore ha saputo sorprendermi, ogni volta Lui è nuovo. Ero convinta di sposarmi, e invece no. Ero convinta di farmi suora al Cottolengo, e neanche quello… sai, io sono curiosa, cerco di scoprire tutto prima. Lui invece mi fa scoprire tutto dopo! E questo mi incanta…».

Ultima domanda: il tuo fidanzato?
«Per un anno ho continuato a stare con lui. Lo portavo a Messa, ma non riuscivo a coinvolgerlo. E quando le cose si sono fatte serie, un giorno gli ho detto che gli dovevo parlare di una cosa che non riuscivo più a tenere per me. Lui mi ha risposto: “Ho capito”. E subito dopo: “Ma come è possibile? Non c’è nessuno più ateo di te…”».

Andrea Antonuccio

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