Stimato l’impatto del virus sulla Serie C: da 20 fino a 84 milioni di euro
Tutto ancora sospeso, indeciso, incerto. Come il Paese intero trattiene il fiato e aspetta di uscire da una situazione drammatica – con gli occhi incollati a tv, giornali e pc in cerca di notizie – così anche il mondo dello sport si interroga e prova a non farsi trovare impreparato per quando sarà possibile ripartire. Con gli allenamenti sospesi fino almeno al 3 aprile, come deciso da Lega Pro e Aic in base alle disposizioni e raccomandazioni delle autorità e della Federazione medico sportiva italiana, è la politica a essere al centro della scena, perché gli aspetti da considerare sono naturalmente tantissimi.
Non a caso in Lega Pro è nato il Comitato di crisi Covid-19, una unità permanente che rappresenta la prima esperienza di questo tipo nel panorama del calcio italiano e internazionale. Costituito da professionisti della Lega e consulenti esterni (avvalendosi del supporto di PwC Tls, leader a livello internazionale nel campo della consulenza), ha l’obiettivo di stimare l’impatto che questa emergenza avrà sul calcio della Serie C (una platea di circa tremila persone tra calciatori, dirigenti e staff delle 60 società sportive) e mitigare i rischi, lavorando su quattro aree ben precise: economia e sociale (per quantificare i danni e definire le azioni per mitigarli), norme (con le azioni di riduzione dei rischi da proporre a governo e istituzioni), regolamenti (con la riformulazione di quello relativo alla stagione 20/21) e diritto del lavoro (con l’analisi dell’impatto che la crisi ha generato). Due giorni fa, in un comunicato della Lega Pro, il presidente Ghirelli ha sottolineato come questa emergenza sia l’occasione per il calcio italiano per una riforma di sistema «per ripensare a questa disciplina nel profondo, a come farla tornare ad essere uno strumento sociale utile alla collettività».
E lo stesso Ghirelli, al termine del consiglio direttivo, ha consegnato alla Figc lo studio condotto da PwC Tls sull’impatto potenziale che il coronavirus avrà sulla Serie C: per la stagione corrente e per la prossima si va da un minimo di circa 20 a un massimo di circa 84 milioni di euro, con una contrazione del fatturato medio annuo delle squadre fino a circa il 30%. Stime che variano sulla base di tre possibili scenari: il primo è denominato “porte aperte”, nel quale si prevede la conclusione della stagione, con la disputa di play-off e play-out a porte aperte; il secondo è denominato invece “porte chiuse” e si ipotizza la conclusione dell’annata in corso con gare senza pubblico; infine quello definito “stop campionato”, che prevede il termine anticipato del torneo in corso e la ripresa delle partite, a porte chiuse, per i primi due mesi della prossima stagione.
In tanto buio, però, una certezza c’è. Quella che non solo ora, ma pure quando tutto sarà finito, bisognerà continuare a dire “grazie” a chi ha affrontato il coronavirus in prima linea, senza risparmiarsi mai. Per questo anche l’Alessandria Calcio ha rivolto «il suo riconoscente ringraziamento agli infermieri, ai medici e a tutto il personale dell’Ospedale di Alessandria, che stanno profondendo la loro dedizione e la loro professionalità di fronte all’emergenza Covid-19», dichiarandosi fin da ora «nella speranza che questo difficile momento possa essere superato, orgogliosa di ospitarli, in occasione della prima gara casalinga, perché vengano loro manifestati l’affetto e la gratitudine che meritano».
Marina Feola