Intervista a Fabrizio Laddago, direttore di Radio Gold
«Ho iniziato a fare giornalismo nel ’93, finita la maturità al Classico. Avendo questa forte passione per il giornalismo, sono partito da una piccola agenzia di informazione locale. Ho avviato poi alcune collaborazioni di carattere sportivo, in particolare con la Gazzetta dello Sport, e poi sono stato contattato da Radio Gold. Ho iniziato lì e adesso sono ancora lì: prima come collaboratore e adesso come direttore». Lui è Fabrizio Laddago, 46 anni, direttore di Radio Gold.
Fabrizio, come è cambiato il mestiere del giornalista da quando tu sei partito a oggi?
«La velocità dell’informazione. Prima era sicuramente più lenta, adesso invece è immediata. C’è la pretesa di avere informazioni in tempo reale, questo è il cambiamento più radicale in assoluto».
Chiunque con un cellulare trovandosi in una situazione importante può documentare, e quindi definirsi giornalista. Ma è davvero così?
«Tutti possono raccontare, però c’è il valore del giornalista che racconta cercando di essere più attendibile possibile, verificando le fonti, aspetto oggi più che mai importante. In questi tempi si dice sempre che ci sono le “fake news”, le notizie false, perché c’è una tendenza a mistificare la realtà. Ma questa è una situazione che si è sempre verificata, forse adesso si percepisce in misura maggiore rispetto al passato. Però, indubbiamente, il ruolo del giornalista è sempre centrale: ovvero accompagnare chi legge, si informa, guarda la televisione o consulta i social. Guidare tutte queste persone in un percorso che è appunto quello di conoscenza».
È più facile conoscere le cose adesso o, paradossalmente, era più facile prima?
«Solitamente quando le persone dicono “era meglio prima” o “era meglio dopo”, tendo sempre a diffidare. Perché ogni situazione, ogni contesto, è diverso da quello precedente. Così anche quello attuale sarà diverso da quello che vivremo tra un po’ di tempo. Ci sono pregi e difetti in ogni situazione. Diciamo che il vantaggio attuale è raccontare in tempo reale e farlo in maniera molto più semplice rispetto al passato. Radio Gold, nata come radio, fino a qualche anno fa non poteva neanche sognare di fare la televisione. Ci siamo riusciti perché è più facile avere queste strumentazioni, rispetto al passato. Questo è un vantaggio, indubbiamente. La radio di natura ha sempre avuto un contatto diretto con le persone: lo speaker aveva la possibilità di telefonare all’ascoltatore e viceversa, quindi c’è sempre stata una caratterizzazione social. Adesso è ancora più forte questo rapporto con gli utenti: il giornalista non è più sulla “torre d’avorio”, quindi dal punto più distante come in passato, ma oggi è costretto ad avere un confronto quotidiano e diretto proprio con le persone. È un vantaggio perché sei chiamato a essere schietto e magari, in alcune situazioni, anche ad avere dubbi su quello che hai scritto. Questo implica avere più responsabilità nei confronti del lettore. Poi ci sono anche situazioni di difficoltà, in cui devi rapportarti con una massa di persone che ha dei dubbi anche se non sono fondati. Ed è quello che stiamo verificando sui “No vax”».
Com’è cambiato il tuo mestiere grazie, attraverso o per colpa del Covid?
«Diciamo che percorre tutto quello che ha detto: grazie, attraverso, per colpa. Ci ha fatto correre e responsabilizzato molto di più. Le persone volevano conoscere, in questo 2020 complicato, che adesso ha uno strascico nel 2021, ma in realtà non sappiamo neanche per quanto tempo si protrarrà questa situazione. In questo percorso noi abbiamo attraversato diverse fasi: inizialmente c’è stata la paura delle persone, con il tentativo di aggrapparsi a chi fa informazione, e poi c’è stato questa “rigetto” nei confronti di un tema che comunque fa ancora paura e ha creato oltre all’emergenza sanitaria, anche quella economica. E questo cambia anche il nostro approccio nei confronti delle persone e della narrazione. L’obiettivo è cercare sempre di essere più misurati possibili, non è sempre facile perché dobbiamo correre e informare rapidamente, ma anche nel miglior modo. Ma, indubbiamente, occorre anche confrontarsi con una situazione di tensione che, in questo momento, si sente più che mai. È questo l’elemento forse più difficoltoso e faticoso da affrontare».
Radio Gold è radio, web e anche tv. Quale di questi tre strumenti ti affascina di più, e quale ha ancora delle potenzialità inespresse?
«Secondo me sono tutti e tre forti, hanno delle caratteristiche che si mettono insieme, quindi non sarei neanche per distinguerli. Quindi radio, web e tv noi ormai li viviamo come una massa unica: l’obiettivo è cercare di utilizzare un linguaggio che si sposi perfettamente su tutti questi tre assi. Secondo me questo è centrale, perché percepire uno di questi elementi differente dagli altri è un problema. Tutti questi strumenti hanno un ruolo che si interconnette ciascuno con l’altro».
E la carta stampata, in tutto questo, come la vedi? Puoi essere sincero…
«La carta stampata è sicuramente il mezzo più in difficoltà, su questo non c’è dubbio. Forse è più in difficoltà perché occorre interpretare questo mezzo di comunicazione in maniera differente, rispetto a quanto fatto in passato. Io credo che i giornali cartacei debbano fare molto più approfondimento e non stare sull’attualità. Può essere utile avere dei focus di approfondimento, magari riducendo anche la foliazione, per cercare di puntare molto di più sulla qualità. Anche solo approfondire alcune tematiche, soprattutto a livello locale».
Il tuo giornalista preferito del passato?
«Faccio riferimento ad Andrea Barbato, che con le sue “cartoline” fantastiche è stato un precursore delle fotografie informative. Un po’ quello che, oggi, misuriamo anche noi: molto spesso la comunicazione più è breve più è efficace. Anche se Barbato aveva una competenza e una capacità narrativa straordinaria».
E oggi, invece?
«Ti dico Sigfrido Ranucci di Report. Sicuramente un modo di fare giornalismo che è molto lontano da noi. Dopodiché, non sempre si può condividere questa modalità, però è importante cercare di cogliere gli aspetti laterali delle informazioni, non banali e anche spinosi. Ecco, questa capacità è uno degli elementi che invidio tanto e che mi piacerebbe fare. Ma non è affatto semplice…».
Se avessi davanti a te San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e potessi chiedergli qualcosa di personale, cosa gli chiederesti?
«Gli chiederei un po’ di tempo libero (sorride). E poi che il giornalismo venisse vissuto come una qualità reale, perché in questo momento è una professione oggettivamente molto difficile. Sia per la fatica che bisogna impiegare, spesso il tempo libero lo dedichiamo in maniera totale al nostro lavoro, sia al fatto che molto spesso l’opinione pubblica non comprende lo sforzo che richiede questa professione».
Ma se tu oggi fossi quello studente del Classico, appena uscito dalla maturità, rifaresti tutto da capo?
«Ti direi di sì, ma forse potrei anche pensare di fare qualcos’altro… poi cambiare nella vita è bello (sorride). Comunque sì, rifarei tutto da capo. Una volta che la sposi, questa professione, poi la porti avanti. Ti permette di cambiare tanto, non è mai statica, e quindi puoi crescere continuamente. È un grande vantaggio che non hanno tutti i mestieri».
La cosa che hai imparato?
«Avere tanti dubbi, non avere nessuna certezza. Ma questo, secondo me, vale nella vita: perché se hai dei dubbi, allora riesci a essere meno presuntuoso».
Dubbi o domande?
«Forse entrambi. Le domande sono centrali in tutti gli ambiti, mentre i dubbi ti permettono, appunto, di rimanere umile e sensibile rispetto alle tematiche che devi affrontare».
Una radio… d’oro! In fm, sul web e in video
Radio Gold è l’emittente di informazione e intrattenimento ad Alessandria e provincia, da oltre 40 anni. Informa su cosa succede accade nell’alessandrino, racconta gli eventi sportivi e le principali manifestazioni del territorio, propone idee per il tempo libero e tiene aggiornati con notizie dal mondo. La musica è al centro delle trasmissioni di tutti i giorni: i conduttori di Radio Gold trasmettono una colonna sonora di musica pop che spazia dai brani contemporanei ai grandi classici.
Il sito web (radiogold.it) nasce nel 1990, mentre dal 2016 Radio Gold sbarca anche nel mondo televisivo. Nasce la webtv con contenuti on demand sul sito e poi, nel 2019, la Tv sul digitale terrestre (canale 654), visibile in tutto il Piemonte. La webtv di Radio Gold propone servizi informativi sui principali fatti della provincia. Offrendo anche un palinsesto in cui la musica fa da collante a telegiornali locali, informazioni sul tempo libero, ma anche programmi in collaborazione con il Gambero Rosso, AdnKronos e Italpress.
Andrea Antonuccio