Deposito nucleare in provincia
«Sogin non ha tenuto conto dl fatto che il Basso Piemonte è area alluvionale». Questa è solo una delle criticità raccolte in 130 pagine di osservazioni, che la Regione trasmetterà a Sogin, la società nazionale incaricata delle bonifiche, per dire “no” alla realizzazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi e parco tecnologico in Piemonte.
La Giunta ha approvato la trasmissione dello studio, frutto di un’istruttoria fatta da funzionari regionali e tecnici di Arpa sulla scorta di banche dati, piani e programmi più aggiornati. In risposta alla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), pubblicata il 5 gennaio scorso, indicando 67 siti potenzialmente idonei di cui otto in Piemonte e fra questi sei in provincia di Alessandria.
Le osservazioni riguardano temi specifici: sismicità, geologia, idrogeologia, acque sotterranee, trasporti, risorse agricole, aree naturali protette, aree dismesse, industrie “Seveso”, urbanistica e tutela del paesaggio. I dati e le informazioni forniti nel documento dovranno servire a Sogin per garantire che le aree individuate terranno conto di tutti gli approfondimenti richiesti. «Come per esempio in materia di aree naturali protette, presenza di produzioni agricole o tutela del paesaggio» spiega l’assessore regionale all’ambiente, Matteo Marnati.
L’utilizzo delle banche dati più aggiornate e il riferimento ai documenti di pianificazione e programmazione più recenti, hanno permesso di mettere in luce alcuni aspetti che non sono stati presi in considerazione nell’elaborazione della Carta, per i quali la Regione chiede di effettuare approfondimenti, e che vengano tenuti in conto nella successiva fase di elaborazione della Cnai. Basti pensare che alcuni dei Comuni citati della provincia di Alessandria, come Frugarolo, investono milioni per mettere in sicurezza le scuole a causa del rischio sismico.
Daniela Terragni
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