Con l’8xmille ti fai prossimo
«L’8xmille è una realtà di cui tanti parlano, ma di cui pochi conoscono l’effettiva consistenza». A raccontarcelo è don Giuseppe Bodrati (nella foto), sacerdote delle parrocchie di Valenza. A lui abbiamo chiesto come utilizza nelle sue parrocchie i fondi dell’8xmille.
Don Giuseppe, questo “8xmille” lo conoscete a Valenza?
«Sì, anche a Valenza lo conosciamo bene (sorride). Vorrei fare una premessa, per spiegarmi meglio. Vorrei ricordare, e lo faccio perché molti su questo punto si confondono o hanno informazioni errate, che l’8xmille non è una “tassa” in più, rispetto a quelle che già paghiamo».
Non è una tassa? Che cos’è, allora?
«Lo ripeto: l’8xmille non è una tassa. Il contribuente manifesta la sua volontà di destinare una quota delle imposte che comunque pagherebbe al fisco a una tra le diverse organizzazioni riconosciute dallo Stato. Tra queste, ci sono Chiese, cristiane e non, che utilizzano i fondi dell’8xmille per i fini che hanno definito nei loro statuti e nella loro struttura. Fino a questo momento, la stragrande maggioranza di coloro che firmano lo fanno dando la loro preziosa preferenza alla Chiesa cattolica. Di conseguenza, i fondi che la Chiesa riceve vengono poi suddivisi per le opere di carità; per le opere relative al culto, tra restauri, costruzioni di nuove chiese, e di valorizzazione patrimonio culturale; e infine, per il sostentamento del clero. Anche la nostra diocesi, che sostiene i sacerdoti attraverso l’istituto diocesano del sostentamento del clero, riceve una integrazione per dare ai sacerdoti la possibilità di vivere dignitosamente».
E a Valenza?
«A Valenza l’8xmille è un aiuto concreto per molte iniziative che diversamente non potremmo sostenere».
Ci fa qualche esempio?
«È in corso il restauro della chiesa parrocchiale di Monte Valenza dedicata a Sant’Eusebio. Il pavimento della chiesa ha avuto degli avvallamenti, legati al cedimento di alcune tombe presenti. Si è pensato all’ora di togliere il pavimento, facendo un’indagine archeologica con cui si sono scoperte 18 tombe, che di per sé hanno un valore storico, ma non un valore artistico rivelante. Il restauro però della chiesa si rende necessario perché Sant’Eusebio è stata messa all’interno di un percorso turistico che dovrebbe valorizzare tutto quel piccolo territorio. Infatti, la parrocchia che ha una consistenza di neppure 200 abitanti, non sarebbe assolutamente in grado di sostenere tale intervento. Il restauro in corso ha permesso di riscoprire la bellezza di una chiesa posta sulla sommità del monte (Chiesa del Convento) che attualmente sostituisce la chiesa parrocchiale. Purtroppo i costi relativi a quest’opera di restauro sono significativi e i fondi ricevuti dall’8xmille ci premettono di sostenere questa riqualificazione. Di fronte alla facciata esiste ancora, perfettamente conservato, un pozzo del 1400 con un rivestimento in cotto all’interno che, anche con le interazioni del Comune, vorremmo valorizzare come “punto di ristoro”».
Un altro esempio?
«La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ha la necessità di sostituire le caldaie dell’impianto di riscaldamento e anche in questo caso il contributo del’8xmille, che coprirà il 70 percento della spesa, è fondamentale. Ci sono altre opere che necessitano di interventi urgenti e che solo grazie a questi importanti contributi potranno essere realizzati. Vorrei sottolineare come la chiesa sia particolarmente attenta a tali interventi, mediante anche un’opera di informazione e di rendicontazione che viene fatta attraverso i principali organi di comunicazione. Dobbiamo riconoscere che l’8xmille, rispetto alla dichiarazione dei redditi di ciascuno, è una piccola parte, ma nell’insieme permette di intervenire soprattutto nell’ambito della carità e del sociale che altrimenti non potrebbero vivere e sostenersi».
Ma non è tutto…
«C’è anche un altro aspetto. Per le nostre comunità valenzane i fondi dell’8xmille permettono anche di attivare sistemi di videosorveglianza per la sicurezza e protezione delle opere artistiche presenti. Un forte aiuto, che permette a molte parrocchie di andare avanti dignitosamente».
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