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Il vino che rallegra il cuore dell’uomo

Corso assaggiatori a Solero

Il circolo Anspi “Madonna Assunta” di Solero ospiterà quattro serate dedicate a un corso per assaggiatori di vino. La particolarità di queste lezioni sarà che, oltre alle nozioni teoriche e alle degustazioni, ogni serata sarà introdotta da un ospite che illustrerà ai partecipanti un tema connesso all’uso del vino o alla sua rilevanza culturale.

Giovedì 23 settembre, in occasione della prima lezione, la dottoressa Gaia Vernero farà un intervento dal titolo “Bevi responsabile: uso e abuso del vino nella nostra alimentazione”. Lunedì 27 settembre sarà la volta di don Vittorio Gatti, che discuterà “Il vino nella Bibbia. Una bevanda divina?”. “Il vino nell’arte” sarà il tema curato dal pittore Franco Pieri l’11 ottobre, per il terzo appuntamento, mentre l’ultima data, quella del 21 ottobre, vedrà la partecipazione della professoressa Giulia Marzana, che parlerà di “Il vino e Dante”. Tutti gli appuntamenti inizieranno alle 21. Le lezioni, teoriche e pratiche, saranno curate dal degustatore («per hobby», parole sue) Livio Zucchelli (in foto qui sotto).

Livio, come sono programmate queste serate?

«L’incontro occupa i primi venti minuti circa con la discussione di un tema particolare, trattato di volta in volta da persone competenti per quell’argomento. Per il resto, è un corso di degustazione classico in quattro lezioni in cui si danno degli spunti e si racconta come si passa da uva a vino e come lo si degusta. L’intenzione è che questo corso sia anche qualcosa di educativo e non solo conviviale, e che serva anche a far pensare a temi non comuni quando si fa un corso sul vino. Tra questi, il bere responsabile, oppure, visto che lo organizziamo con l’Anspi ed è coordinato da don Mario Bianchi, mettiamo in evidenza altri aspetti, come la storia e la sacralità: Gesù ha reso sacramenti il pane e vino. Inoltre, quest’anno festeggiamo il 700° della morte di Dante: parliamo del vino nella Divina Commedia. I temi sono stati scelti per rendere più accattivante il programma e distinguerlo da un normale corso sul vino».

Perché parlare del legame tra vino e Bibbia?

«L’obiettivo è cercare di non far pensare al vino solo come un prodotto di piacere, come ormai succede nella nostra società. Il vino non è più nemmeno un alimento come 50 anni fa: con il riferimento alla Bibbia volevamo fare un passo indietro, aiutare a vedere il vino in maniera diversa».

Il titolo si riferisce all’allegria…

«Il titolo deriva da un Salmo (il Salmo 104,15, ndr). In questo corso si cerca di sviluppare un senso di rispetto nei confronti del cibo e di noi stessi, un invito a moderare i consumi, a non eccedere. Vogliamo educare contro gli sprechi».

Lei di cosa si occuperà nel corso?

«Terrò io personalmente le lezioni: teoria, assaggio dei vini (di cantine piemontesi e lombarde, ndr), quindi una parte pratica che di solito in altri corsi è lasciata solo alla fine».

Fa l’assaggiatore di mestiere?

«No, io faccio tutt’altro, la degustazione per me è un hobby. Sono nell’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vino, ndr) da tempo e sono il delegato Onav per la provincia di Pavia».

Com’è venuta l’idea di questo corso?

«L’idea è venuta parlando prima del lockdown con don Mario. È emersa la proposta di pianificare qualcosa di più di un classico corso di quattro lezioni sul vino».

Questo è il primo anno. Avete in mente di rifarlo?

«Se l’iniziativa avrà successo si potrebbe ripetere, anche noi siamo curiosi di vedere chi e quanti parteciperanno. Non ci sono prerequisiti per aderire, e anche questo per noi è un test».

Cos’ha “in più” questo corso che altri non hanno?

«Penso che con i quattro temi in apertura possiamo dare al vino la connotazione che merita: questa bevanda non si riduce solo al piacere di berla. C’è questo aspetto educativo di cui parlavo prima che vogliamo far passare».

Da assaggiatore, lei che consiglio può dare a chi ha un bicchiere di vino in mano e sta per gustarlo?

«Dico di pensare a quello che si sta facendo: non bere per dissetarsi, ma annusarlo, assaggiarlo, cercare di capire cosa ci dicono i nostri sensi».

Marco Lovisolo

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