Scout e Oftal
«Ma possiamo prenderla anche noi?». Chi ce lo chiede è un agente della Polfer di Alessandria. Sono le 20.29 di sabato 18 dicembre, sul binario 5 della stazione ferroviaria di Alessandria si ferma il regionale veloce per Genova. Dalla vettura di testa scendono quattro scout, rigorosamente in pantaloncini corti, che in mano hanno un cero acceso. Attorno a loro, sul marciapiede deserto, si avvicinano altri scout e, attingendo al lume, accendono le loro lanterne. Insieme con loro ci sono anche due agenti della Polizia ferroviaria che, inaspettatamente, chiedono se possono attingere anche loro a quella fiammella per poi portarla nel loro ufficio. Due parole in amicizia con gli scout scesi dal treno, che restano sul gradino fino a quando le porte non cominciano a fischiare. Si chiudono. Il treno riparte.
Gli scout sul treno arrivano da Trieste. La fiammella ha fatto un viaggio ancora più lungo: è la Luce della pace da Betlemme! Dal 1347, nella Grotta della Natività di Betlemme, sopra a quella stella che annuncia “Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est” (“Qui è nato Gesù Cristo dalla Vergine Maria”, ndr), ardono incessantemente alcune lampade, alimentate dall’olio donato da tutte le nazioni cristiane della Terra. A Betlemme, ogni anno, un bambino compie una buona azione e attinge a quella lampada, accende una lanterna che, con un volo aereo, giunge in Austria.
L’11 dicembre, nella Cattedrale di Salisburgo, scout da tutta Europa si sono radunati per un momento di preghiera ecumenica e per portare nella loro patria questa fiammella, quella dell’edizione 2021. Nata come iniziativa filantropica dell’emittente Orf nel 1986, la “Friedenslicht”, la Luce della Pace, viene data come omaggio a quanti partecipano a una raccolta fondi nel periodo natalizio. Fin da subito il contributo degli scout è fondamentale. Nel 1990 gli scout di Valenza (sì, la “nostra” Valenza Po) conoscono questa iniziativa durante un evento scout internazionale a Vienna. Dall’anno successivo fanno loro questo simbolo e si adoperano per portarla in Piemonte. Nel 1996 le associazioni scout triestine mettono in piedi la distribuzione via treno in tutta Italia.
Nella nostra Diocesi la Luce della pace da Betlemme non coinvolge solo i giovani scout dell’Agesci, con i gruppi scout Alessandria 1, 2, 3 e con il Valenza 1 e 2, ma anche gli scout adulti del Masci e i volontari dell’Oftal, l’Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes. Perché l’invito per chi accoglie questa fiammella è quello di portarla come simbolo di pace e serenità in quei luoghi un po’ dimenticati, luoghi di solitudine, dove la speranza si affievolisce. Così oltre alle comunità parrocchiali, la Luce raggiunge anche residenze per anziani, istituti penitenziari, la Caritas diocesana e altri luoghi.
Nel 2020 la Luce non era giunta da noi, ma da quella dell’edizione 2019 conservata a Villa del Foro, i rover e le scolte (gli scout tra i 16 e i 20 anni, ndr) partirono dalla Cattedrale di Alessandria per portarla in tutto il Piemonte. Forse, le restrizioni della zona rossa del 2020 hanno riacceso la passione, l’interesse per questo simbolo. “Simbolo” e non “oggetto” perché porta con sé un significato più alto.
Passate dalla centralissima chiesa di Santo Stefano ad Alessandria, attingete dalla lampada che arde vicino all’altare maggiore e portatela a casa. Oppure chiedete al vostro parroco: magari è già arrivata da voi! O anche, passate in corso Garibaldi a Valenza durante il pomeriggio del 24 dicembre: lì troverete gli scout valenzani ad accogliervi e a proporvi questo simbolo. Perché? Perché, forse, quella cura che mettiamo nel non far spegnere quella fiammellina ci aiuta a crescere nel prestare attenzione alle piccole cose, all’altro. E, magari, scovare nel suo sguardo un riflesso del Dio-con-noi.
Giorgio Ferrazzi