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Il Natale secondo papa Francesco

Santo Natale 2021

Quello del 2021 sarà il nono Natale sotto il pontificato di papa Francesco (leggi anche Le celebrazioni del Santo Padre). Abbiamo voluto riavvolgere il nastro e riproporvi le parole natalizie del Santo Padre nel corso di questi nove anni. Sono molti gli aspetti che emergono dalle frasi del Pontefice. Francesco, in modo semplice (e non “clericale”), è capace di arrivare al cuore di tutti: giovani e anziani, credenti e atei. Il Santo Padre, più di ogni leader politico ed economico del mondo, ha la “capacità” di essere ascoltato. Ormai è diventato “uno di famiglia“, a cui dare del “tu”: con le sue parole riesce ad attrarre e a portare al Vangelo. Un Vangelo che non viene banalizzato o semplificato, ma viene reso chiaro e comprensibile per tutti. Buona lettura… e buon Natale!
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NATALE 2013

«Cari fratelli e sorelle, in questo mondo, in questa umanità oggi è nato il Salvatore, che è Cristo Signore. Fermiamoci davanti al Bambino di Betlemme. Lasciamo che il nostro cuore si commuova: non abbiamo paura di questo. Non abbiamo paura che il nostro cuore si commuova! Abbiamo bisogno che il nostro cuore si commuova. Lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di Dio; abbiamo bisogno delle sue carezze. Le carezze di Dio non fanno ferite: le carezze di Dio ci danno pace e forza. Abbiamo bisogno delle sue carezze. Dio è grande nell’amore, a Lui la lode e la gloria nei secoli! Dio è pace: chiediamogli che ci aiuti a costruirla ogni giorno, nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre città e nazioni, nel mondo intero. Lasciamoci commuovere dalla bontà di Dio».

Messaggio “Urbi et Orbi” di papa Francesco
Piazza San Pietro, mercoledì 25 dicembre 2013

NATALE 2014

«La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione. […] E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie, “malattie curiali”. Credo che ci aiuterà il “catalogo” delle malattie […] di cui parliamo oggi: ci aiuterà a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale. […] La malattia della schizofrenia esistenziale. È la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete. Creano così un loro mondo parallelo, dove mettono da parte tutto ciò che insegnano severamente agli altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conversione è alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia».

Discorso agli auguri natalizi della Curia romana
Sala Clementina, lunedì 22 dicembre 2014

NATALE 2015

«Il presepe ci ricorda questo: Dio, per la sua grande misericordia, è disceso verso di noi per rimanere stabilmente con noi. Il presepe ci dice inoltre che Egli non si impone mai con la forza. Ricordate bene questo, voi bambini e ragazzi: il Signore non si impone mai con la forza. Per salvarci, non ha cambiato la storia compiendo un miracolo grandioso. È invece venuto con tutta semplicità, umiltà, mitezza. Dio non ama le imponenti rivoluzioni dei potenti della storia, e non utilizza la bacchetta magica per cambiare le situazioni. Si fa invece piccolo, si fa bambino, per attirarci con amore, per toccare i nostri cuori con la sua bontà umile; per scuotere, con la sua povertà, quanti si affannano ad accumulare i falsi tesori di questo mondo».

Discorso ai donatori del Presepio e dell’albero di Natale in Piazza San Pietro,
Aula Paolo VI, Venerdì 18 dicembre 2015

NATALE 2016

Giovedì 22 dicembre 2016, Francesco ha telefonato in diretta a “Unomattina”, per i 30 anni dello storico programma di Raiuno. I due conduttori, Francesca Fialdini e Franco Di Mare, increduli ed emozionati, hanno parlato con il Pontefice.

– Conduttore: «Pronto, Santità…».
– Papa Francesco: «Buongiorno! Mi hanno detto che oggi per voi di “Unomattina” è una data importante: compite 30 anni di trasmissione… Volevo complimentarmi con voi, con gli autori del programma, i conduttori, i giornalisti, i registi, i tecnici, gli impiegati… insomma, con tutti coloro che cooperano alla realizzazione di questa trasmissione molto popolare. So che oggi sono presenti anche i Direttori di Tg1 e di Raiuno: un saluto a loro e buon lavoro!».
– Conduttore: «Noi vogliamo ringraziare Lei, e dato che tra pochi giorni è Natale, vorremmo intanto farLe gli auguri di Natale: Buon Natale, Santità! Se Le andasse di lasciare un messaggio a quanti ci seguono da casa: tra loro ci sono anche molti anziani, molte persone ammalate…».
– Papa Francesco: «Sì. Io vi auguro un Natale cristiano, come è stato il primo, quando Dio ha voluto capovolgere i valori del mondo, si è fatto piccolo in una stalla, con i piccoli, con i poveri, con gli emarginati… La piccolezza. In questo mondo dove si adora tanto il dio denaro, che il Natale ci aiuti a guardare la piccolezza di questo Dio che ha capovolto i valori mondani. Vi auguro un Santo Natale, e felice: un santo e felice Natale. Un abbraccio a tutti».

NATALE 2017

«Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra. In molti casi questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente. Maria e Giuseppe, per i quali non c’era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza. Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l’autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole».

Omelia nella solennità del Natale del Signore
Basilica Vaticana, domenica 24 dicembre 2017

NATALE 2018

«Fare Natale è accogliere in terra le sorprese del Cielo. Non si può vivere “terra terra”, quando il Cielo ha portato le sue novità nel mondo. Natale inaugura un’epoca nuova, dove la vita non si programma, ma si dona; dove non si vive più per sé, in base ai propri gusti, ma per Dio; e con Dio, perché da Natale Dio è il Dio-con-noi, che vive con noi, che cammina con noi. Vivere il Natale è lasciarsi scuotere dalla sua sorprendente novità. Il Natale di Gesù non offre rassicuranti tepori da caminetto, ma il brivido divino che scuote la storia. Natale è la rivincita dell’umiltà sull’arroganza, della semplicità sull’abbondanza, del silenzio sul baccano, della preghiera sul “mio tempo”, di Dio sul mio io. Fare Natale è fare come Gesù, venuto per noi bisognosi, e scendere verso chi ha bisogno di noi. È fare come Maria: fidarsi, docili a Dio, anche senza capire cosa Egli farà. Fare Natale è fare come Giuseppe: alzarsi per realizzare ciò che Dio vuole, anche se non è secondo i nostri piani».

Udienza generale
Aula Paolo VI, mercoledì 19 dicembre 2018

NATALE 2019

«Mentre qui in terra tutto pare rispondere alla logica del dare per avere, Dio arriva gratis. Il suo amore non è negoziabile: non abbiamo fatto nulla per meritarlo e non potremo mai ricompensarlo. È apparsa la grazia di Dio. Stanotte ci rendiamo conto che, mentre non eravamo all’altezza, Egli si è fatto per noi piccolezza; mentre andavamo per i fatti nostri, Egli è venuto tra noi. Natale ci ricorda che Dio continua ad amare ogni uomo, anche il peggiore. A me, a te, a ciascuno di noi oggi dice: “Ti amo e ti amerò sempre, sei prezioso ai miei occhi”. Dio non ti ama perché pensi giusto e ti comporti bene; ti ama e basta. Il suo amore è incondizionato, non dipende da te. Puoi avere idee sbagliate, puoi averne combinate di tutti i colori, ma il Signore non rinuncia a volerti bene. Quante volte pensiamo che Dio è buono se noi siamo buoni e che ci castiga se siamo cattivi. Non è così. Nei nostri peccati continua ad amarci. Il suo amore non cambia, non è permaloso; è fedele, è paziente»

Omelia nella solennità del Natale del Signore
Basilica Vaticana, martedì 24 dicembre 2019

NATALE 2020

«A Betlemme, che significa “Casa del pane”, Dio sta in una mangiatoia, come a ricordarci che per vivere abbiamo bisogno di Lui come del pane da mangiare. Abbiamo bisogno di lasciarci attraversare dal suo amore gratuito, instancabile, concreto. Quante volte invece, affamati di divertimento, successo e mondanità, alimentiamo la vita con cibi che non sfamano e lasciano il vuoto dentro! Il Signore, per bocca del profeta Isaia, si lamentava che, mentre il bue e l’asino conoscono la loro mangiatoia, noi, suo popolo, non conosciamo Lui, fonte della nostra vita (cfr Is 1,2-3). È vero: insaziabili di avere, ci buttiamo in tante mangiatoie di vanità, scordando la mangiatoia di Betlemme. Quella mangiatoia, povera di tutto e ricca di amore, insegna che il nutrimento della vita è lasciarci amare da Dio e amare gli altri. Gesù ci dà l’esempio: Lui, il Verbo di Dio, è infante; non parla, ma offre la vita. Noi invece parliamo molto, ma siamo spesso analfabeti di bontà».

Omelia nella solennità del Natale del Signore
Basilica Vaticana, martedì 24 dicembre 2019

NATALE 2021

«Cosa pensi tu del Natale? “Che devo uscire a comprare questo quell’altro”… Va bene, ma cos’è il Natale? È un albero? Una statua di un bambino con una donna e un uomo accanto? Sì, è Gesù, è la nascita di Gesù, fermati un po’ e pensa al Natale come un messaggio di pace. Io vi auguro un Natale con Gesù, un vero Natale. Questo vuol dire che non possiamo mangiare? Che non possiamo fare festa? No, fate festa, mangiate tutto, ma fatelo con Gesù, cioè con la pace nel cuore. E a tutti voi che mi ascoltate vi auguro un buon Natale. Fate festa, fate dei regali, ma non dimenticatevi di Gesù. Il Natale è Gesù che viene, Gesù che viene a toccarti il cuore, Gesù che viene a toccare la tua famiglia, che viene da te, a casa tua, nel cuore tuo, nella tua vita. È facile convivere con Gesù, lui è molto rispettoso, ma non dimenticarlo. Buon Santo Natale a tutti. E pregate per me!».

“Francesco e gli invisibili”
Speciale del Tg5, andato in onda domenica 19 dicembre 2021

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