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La “Luce” ci sprona a convivere con chi incontriamo per strada

Pino Turetta, tra i primi a portarla a Valenza

Giuseppe Turetta (nella foto di copertina, il quarto da destra) da tutti conosciuto come Pino, storica figura dello scautismo valenzano, ha pronunciato la sua Promessa scout il 15 settembre 1963 e oggi, a 72 anni, svolge ancora il suo servizio di Capo. Nel 1990, durante un raduno scout internazionale, viene a conoscenza dell’iniziativa della “Luce della pace da Betlemme” e se ne appassiona. Lo abbiamo intervistato per scoprire tutti i “retroscena” di questa bella storia.

Pino, cosa ci facevi a Vienna nel 1990? Cosa è successo là?
«Con il gruppo Valenza 1 abbiamo preso parte a un campo scout internazionale. Abbiamo portato i ragazzi del Reparto (12-16 anni) e quelli del Clan (16-20 anni). A Vienna eravamo gemellati con un gruppo della città che, una volta finito l’evento, ci ha ospitato anche per qualche giorno. Gli scout e le guide austriaci erano già coinvolti con l’iniziativa della “Luce della pace da Betlemme”, facendosi carico della distribuzione, e ci hanno proposto di prendervi parte. Fin da subito ci è sembrata bella e abbiamo deciso di accettare il loro invito».

E cosa è successo negli anni successivi?
«Già quell’anno ci siamo incontrati con gli austriaci alla stazione di Bologna e abbiamo accolto la “Luce”, portandola a Valenza. Per un paio d’anni la dinamica è stata la stessa. Insieme con loro c’erano anche alcuni scout triestini. Proprio loro, nel 1996, hanno messo in piedi la struttura organizzativa e logistica in tutta Italia che garantisce la distribuzione ancora oggi. Nel nostro piccolo abbiamo cominciato a proporla anche ai gruppi scout vicini, specialmente di Alessandria, dove non arrivava ancora».

Il luogo più “particolare” in cui hai portato la “Luce”, in questi anni.
«Bella domanda! Fin da subito abbiamo iniziato a portare la “Luce” nelle parrocchie valenzane del Duomo e della Madonnina. Da qualche anno andiamo anche a Betania di Valmadonna, prima dalle Carmelitane scalze e oggi accolti da chi vive lì. Personalmente, non mi sono spinto troppo in là! Ma ci sono altre realtà che ci pensano».

Ancora oggi sei “dentro” a questo evento: perché lo fai? Che significato dai a questo simbolo?
«Lo faccio perché credo che sia importate diffondere il messaggio di pace, oggi più che mai. Portare alla gente, a tutti, questo simbolo è una piccola azione per costruire la pace. Questa fiammella vuole spronarci a essere in pace con tutti, a convivere con qualunque persona tu possa incontrare per strada».

Come valuti la risposta di quest’anno? È cambiato qualcosa?
«Quest’anno abbiamo strutturato la proposta in maniera coordinata con entrambe le realtà scout di Valenza (Valenza 1 e Valenza 2 – Madonnina, ndr) e la risposta dei valenzani, specialmente delle realtà parrocchiali, è stata inaspettatamente ampia e diffusa».

Un invito ai lettori di Voce per il prossimo anno.
«Interessatevi, scoprite la storia della “Luce” e fatevi coinvolgere. Ogni aiuto, anche se piccolo, è importante per diffondere questo potente simbolo. Vorremmo allargarci nei paesi limitrofi, partendo da quelli da cui arrivano molti dei ragazzi dei nostri gruppi scout».

Giorgio Ferrazzi

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