“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Domenica sera, in una spasmodica competizione tra la stanchezza affiorante dopo una settimana di intenso lavoro e la passione calciofila, la prima aveva avuto il sopravvento impedendomi di vedere il pareggio in “zona Cesarini” della Juventus su uno dei campi più ostici dell’intero campionato italiano di prima divisione quale quello di Bergamo.
Venendo dunque aggiornato, all’indomani, in ordine all’esito di un incontro che ero convinto i bianconeri avessero ormai perduto, mi sono inevitabilmente soffermato a riflettere su quanto Allegri stia – passo dopo passo – ricostruendo le sorti d’una formazione che, a inizio stagione, appariva veramente sulle ginocchia dopo una irripetibile epoca di trionfi, peraltro già interrotta lo scorso anno dal titolo dell‘Inter.
E ho così pensato come, successivamente alla propria partenza, il pregiatissimo campione portoghese CR7, attualmente in forza al Manchester United, abbia forse lasciato più macerie che oro alle sue spalle. Già perché, arrivato per regalare alla Juventus l’agognata Champions League, non solo non è riuscito nell’intento ma ha anche assistito, quale spettatore di prima fila, al declino dei Bianconeri che sotto la gestione di Sarri prima e quella di Pirlo poi hanno iniziato a perder colpi e terreno. Certo, il buon Cristiano Ronaldo ha segnato goal a grappoli ma, alla resa dei conti, ne ha tratto giovamento più la sua personalissima statistica che non l’albo d’oro della squadra che lo ha, assai lautamente, remunerato per le sue prestazioni sportive. Le stelle, alle volte, più che brillare accecano…
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