Verso le Unità pastorali
Domenica 3 aprile a Castelceriolo si è tenuto l’ultimo incontro del primo ciclo di appuntamenti che porteranno le parrocchie della nostra Diocesi a costituirsi, e a vivere, come Unità pastorali. Una quarantina di persone, provenienti da tutte e sei le parrocchie coinvolte (Castelceriolo, Lobbi, Piovera, Grava, Alluvioni Cambiò e Isola Sant’Antonio), si sono ritrovate insieme ai due parroci don Luciano Lombardi e don Gianluca Depretto (nella foto) per l’incontro dell’Unità pastorale Lungotanaro con il Vescovo. A parlarcene sono proprio don Gianluca e don Luciano.
Don Gianluca, partiamo da te. Ci racconti com’è andata?
«Abbiamo iniziato con un momento di preghiera e meditazione, abbiamo invocato lo Spirito Santo e poi c’è stato un momento di condivisione sulla Parola. Da lì ogni partecipante ha avuto l’opportunità di porre domande sulle Unità pastorali».
Che cosa è emerso?
«I presenti hanno dato voce a tutte e sei le parrocchie, e questo è un segno molto bello: è emersa felicità per questo nuovo spirito di fraternità. C’è chi desidera ricostruire e ripartire con rinnovato slancio. Ho visto nei laici una grande disponibilità a partecipare alla vita comunitaria. Hanno chiesto di fare delle attività in comune: nuovi incontri sulla Sacra Scrittura, e un ampliamento dei nascenti gruppi di cori a tutte e sei le parrocchie».
Quali sono le urgenze da affrontare?
«Certamente la necessità di porre maggiore attenzione alle persone anziane e malate, andando a trovarle a casa come attività da fare insieme. E poi, incrementare le attività per i giovani. Che purtroppo domenica non erano presenti all’incontro».
E le preoccupazioni?
«Credo sia quella di avere solo due sacerdoti per sei parrocchie, ma noi abbiamo confermato la nostra piena disponibilità. In questo primo periodo, come ha ricordato proprio don Luciano, abbiamo dato un’ossatura a ciò che non si vede, le basi per un lavoro pastorale che adesso si comincerà a notare».
Passiamo a don Luciano, allora. Tu che cosa hai visto?
«Ho visto un incontro molto costruttivo, in cui si è evidenziato l’aspetto positivo di queste Unità pastorali. Su questo positivo si costruisce e ci si fa carico dei problemi: delle cose che mancano, e delle aspirazioni di queste comunità».
Cosa manca ancora?
«Nella fase in cui ci troviamo, mancano gli elementi iniziali: conoscersi, e poi occuparsi un po’ di più di giovani e famiglie. Per questo ci troveremo ancora giovedì prossimo (7 aprile, ndr) per raccogliere le indicazioni emerse dall’incontro e farle diventare “scelte”».
Che cosa ti ha colpito di più dell’incontro di domenica?
«La fiducia in questa scelta pastorale. Credo che anche il Vescovo sia stato contento, si aspettava un incontro costruttivo, che alimentasse la speranza cristiana, e così è stato. Vedo molto fermento: percepisco che veniamo da un passato positivo, e nel presente c’è voglia di lasciar spazio al bene che nasce».
Andrea Antonuccio
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