“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Il titolo rispecchia bene la sensazione che ho provato dopo avere assistito – per la prima volta dal vivo in questa stagione – alla perdente performance dell’Alessandria contro una Reggiana superiore in tutto se non nella capacità di esprimere il suo potenziale.
Già, perché se gli emiliani fossero stati un po’ più cinici e precisi in fase di costruzione e di conclusione il punteggio finale avrebbe potuto essere anche più rotondo. È davvero incredibile come, in poco più di un battito di ciglia – rectius in circa un mese – l’Alessandria sia sprofondata dal rango di formazione del campionato italiano di seconda divisione, retrocessa solo all’ultima giornata, a quello di squadra da metà classifica in due categorie addietro.
Non siamo ancora in D, è vero, ma, nelle attuali condizioni l’Alessandria appare di una pochezza disarmante, neppure all’altezza della terza serie, e i numeri, del resto, lo confermano con zero punti in classifica dopo le prime quattro partite e una media di reti al passivo ma, soprattutto, all’attivo da destare impressione.
È chiaro che, pur con tutta la buona volontà dei giovani che hanno l’onore di indossare la maglia dell’Orso, e dell’allenatore, non si intravede via d’uscita a questa situazione se non quella di correre, al più presto, ai ripari rafforzando una rosa che allo stato attuale appare totalmente aliena rispetto al concetto di competitività. Non penso che Di Masi voglia associare il suo nome a una simile umiliazione: mi auguro che agisca di conseguenza.