“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Ho atteso l’ultimo momento utile per potermi soffermare sui curricula di cinque nomi circolati nel corso degli ultimi giorni e accostati all’Alessandria Calcio per il dopo Di Masi.
Non lo dimentico, mi sto esprimendo tra le pagine del settimanale della Diocesi di Alessandria che, proprio per l’importanza del suo editore, mi impone prudenza, temperanza e serenità di giudizio: tutti stati d’animo che non stanno prendendo in me il sopravvento alla luce dei nominativi che ho letto e che, per ovvie ragioni di cautela formale, e sostanziale, non sto a ripetere.
Si sa, il calcio è anche patria di avventurieri e vedere all’opera soggetti dal percorso incerto e non molto chiaro (non faccio, ovviamente, illazioni dal punto di vista della legalità, non ho motivo, ma semplicemente della consistenza dei relativi curricula) che col calcio nulla hanno a che vedere o che, in caso contrario, non hanno magari lasciato una traccia propriamente positiva, ovvero ancora che non hanno un percorso esistenziale caratterizzato da continuità o da competenze specifiche, mi suscita qualche allarmismo.
Sono per natura incline alla prudenza nel giudizio ma credo che i centodieci anni di storia del nostro sodalizio meritino nomi d’altra qualità che, all’orizzonte, ancora non vedo. Vedo, invece, ed assai concreto, lo spettro del rimpianto nei confronti di un Luca Di Masi che qui da noi ha fatto più di chiunque altro negli ultimi cinquant’anni ma che, paradossalmente, rischia di andar via di notte a causa degli umori di una piazza sovente del tutto priva di razionalità nei propri giudizi.