Da Alessandria ad assisi
Parla Larives Bellora, pastorale della Famiglia
“Vi occuperete di Pastorale familiare”: un titolo impegnativo e un programma ancora più sostanzioso per un corso rivolto ai nuovi direttori degli uffici di Pastorale familiare delle diverse diocesi italiane e a coloro che si occupano a vario titolo di pastorale familiare, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana nella suggestiva cornice di Assisi.
Ho partecipato al corso in qualità di incaricata, insieme a mio marito Diego, della responsabilità dell’Ufficio per la pastorale della famiglia nella Diocesi di Alessandria, per conoscere e capire quali sono gli indirizzi che la Chiesa italiana desidera promuovere per cambiare passo, essere più vicina alle famiglie e annunciare loro, come nella liturgia della domenica della gioia: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio […] Egli viene a salvarvi» (Rif. Is 35,4).
Quello che è emerso dai diversi interventi, dibattiti, approfondimenti, (invito chiunque sia interessato a rivedere i video delle diverse sessioni sul sito famiglia.chiesacattolica.it) potrei sintetizzarlo in questi punti:
Pastorale non significa “fare” (eventi, iniziative, programmi), quanto piuttosto instaurare relazioni, accompagnare, attivare processi, accogliere la vita e la sofferenza di chi vive le ferite di una separazione, di un abbandono, ascoltare le istanze più profonde: un bellissimo spunto datoci in un passaggio da Mons. Erio Castellucci, Vice presidente Cei – nel corso dal proprio intervento è proprio questo: da una critica, o una provocazione o una richiesta di risposta ad una esigenza puntale chiedetevi piuttosto: “Cosa sta dicendo lo Spirito” in questa istanza?
È sempre più necessaria una pastorale integrata che coinvolga non solo trasversalmente gli “Uffici” della curia, ma metta in relazione tutte realtà della diocesi che in diversi modi propongono servizi e supporti alle famiglie (es. gruppi famiglia, consultori, associazioni educative, caritative, di sostegno alle realtà più fragili, che operano nel mondo del lavoro, ecc.). È quindi importante prima di tutto conoscere queste realtà e poi coinvolgerle (una parola che mi è risuonata fortemente è “Alleanza”).
Il percorso di avvicinamento al matrimonio cristiano non può più dare per scontata la fede come in passato, dove tradizionalmente o per consuetudine i fidanzati e gli sposi avevano comunque sperimentato in qualche modo, anche se superficialmente, una vita cristiana all’interno del proprio ambito familiare; per questo è necessario attivare percorsi catecumenali di sufficiente durata, sia in “remoto” (es. scoperta dell’amore di Dio come chiamata alla propria vocazione) sia in prossimità delle nozze, per comprendere lo stupendo significato del sacramento del matrimonio e sostenerne validamente le responsabilità e gi impegni (Rif. “Itineari catecumentali per la vita matrimoniale” proposti quest’anno da papa Francesco).
Di questi giorni di Assisi mi porto nel cuore nuove amicizie, volti e storie che ho incontrato e soprattutto la bellezza e la ricchezza di tanti giovani e meno giovani, famiglie, sacerdoti, consacrati e consacrate che spendono la propria vita per portare il Signore Gesù nelle realtà variegate delle famiglie di oggi, ognuna unica, speciale e originale e annunciare loro il suo amore: nel tempo dell’Avvento il nostro Dio fatto bambino viene a nascere anche nelle nostre case. Egli è la nostra pace, quella di cui la famiglia e il mondo ha veramente bisogno. Vieni Signore Gesù!
Chi desidera avere più informazioni condividere la propria esperienza, conoscerci, mettersi in contatto con l’Ufficio famiglia della diocesi può scrivere a questo indirizzo mail:
famiglia@diocesialessandria.it
Larives Bellora