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La Veglia di preghiera per la Vita

Aree pastorali vita affettiva e fragilità

La Veglia di preghiera per la Vita dello scorso 5 febbraio, organizzata in occasione della 45° Giornata nazionale per la vita promossa dalla Cei, è stata l’occasione per ringraziare il Signore del dono della vita di ciascuno di noi, per chiedergli di entrare e illuminare le tenebre del nostro e per tornare a Lui, unico e vero Dio e salvatore della nostra vita.
È stata anche l’occasione di incominciare a collaborare tra Aree Pastorali e alcuni Movimenti, Gruppi, Associazioni che lavorano ogni giorno per sostenere la vita nei fratelli e nelle sorelle in difficoltà.

La veglia ha preso spunto dal Salmo 139 che ha accompagnato i vari momenti di preghiera davanti a Gesù Eucarestia, l’approfondimento di don Luciano Lombardi, e la testimonianza di Patrizia Bellese, che purtroppo non ha potuto essere presente per motivi di salute ma che ha condiviso il suo sentirsi “una privilegiata dall’amore di Dio” anche tra tante difficoltà. In una dinamica mistagogica abbiamo presentato al Signore il “veleno” che attanaglia il nostro cuore, ferisce e a volte uccide la nostra anima togliendoci la gioia di vivere, scrivendolo su un foglietto e bruciandolo nel braciere dell’amore di Dio. E dopo ciascuno ha ricevuto una Parola di vita dalla Scrittura. In questo segno abbiamo anche rivolto lo sguardo verso il cielo: pensando ai nostri cari con gli occhi della fede abbiamo compreso che la nostra vita è destinata all’eternità.

Successivamente i rappresentanti delle realtà diocesane e dei fedeli convenuti hanno presentato al Signore preghiere per tutte le situazioni di sofferenza e difficoltà che feriscono la vita, in particolare per coloro che hanno affrontato un lutto e per le famiglie che desiderano avere un figlio, perché Dio renda fecondo il loro amore seminando la vita, certi che Dio ascolta sempre la preghiera di una comunità che prega davanti a lui.

Don Stefano Tessaglia ha infine presentato al Signore le fragilità che accompagnano la nostra vita pregando in particolare perché la vita sia custodita fino al suo fine naturale.
Il nostro Dio che dall’eternità ci ha creato mette ancora nel nostro cuore queste parole: ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio: sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo (Sal 139,14).

Diego Lumia

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