Giampaolo Mortara, Caritas Alessandria
Giampaolo, la presidenza della Cei ha deciso di indire una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo 2023 (V di Quaresima).
«In effetti, la data del 26 marzo può sembrare un po’ troppo lontana: le emergenze vanno affrontate subito. Io però la vivo come un richiamo potente alla mia e alla nostra responsabilità. La giornata del 26 è un punto di arrivo, per capire come sta andando la situazione e quali sono i bisogni reali. E anche di ripartenza, per vedere come procedere nell’aiuto alle popolazioni colpite e, soprattutto, non dimenticare questo dramma che avrà conseguenze per molto tempo ancora».
Che cosa suggerisci?
«Personalmente, ritengo che sia doveroso iniziare subito a contribuire (vedi box al fondo del comunicato di Caritas italiana) senza aspettare il 26 marzo. Nei prossimi giorni, dopo l’opportuno confronto che avremo con la Caritas italiana, emergeranno nuove indicazioni su come procedere. Il mio appello è: partiamo subito, se pensiamo che questa sia una buona causa. Con creatività e generosità sono sicuro che a molti di noi verranno in mente iniziative di raccolta fondi immediati, senza aspettare il 26 marzo. Perché l’emergenza è reale».
Andrea Antonuccio
Dal Vaticano fondi e magliette termiche
Attraverso il Dicastero per la carità
Mercoledì 15 febbraio dal porto di Napoli è in partenza una nave, la Msc Aurelia, che arriverà tra due giorni a Iskenderum in Turchia. A bordo, oltre agli aiuti del governo italiano e di altre organizzazioni non governative, ci saranno 10.000 magliette termiche che il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, ha portato personalmente nel capoluogo campano. Gli indumenti sono destinati al campo profughi di Kilis, in Turchia, a 50 km da Gaziantep e a 60 km dalla città siriana di Aleppo. Qui la distribuzione sarà affidata agli operatori della Fondazione Rava, da tempo presente nella zona, che si occupa di offrire pasti e riparo a migliaia di persone che sono rimaste senza tetto. Il campo, negli ultimi anni in seguito allo scoppio della guerra in Siria, si è ingrandito arrivando ad ospitare circa 60 mila profughi, ma molti altri vivono in accampamenti di fortuna. Il sisma, come era prevedibile, ha aggravato la situazione e centinaia di persone si stanno aggiungendo alle famiglie di profughi presenti. Per quanto riguarda la Siria, fa sapere il cardinale Konrad Krajewski, il Papa ha inviato, attraverso il Dicastero per il servizio della carità, un aiuto economico alla Nunziatura apostolica che provvederà ad impiegarlo sul territorio, sostenendo la popolazione già fiaccata da tanti anni di guerra e ora dal devastante sisma.
Fonte: Vatican News