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Domenica 12 febbraio alle ore 18 si è celebrato il Giubileo dei Volontari in occasione della ricorrenza dei 400 anni del Duomo di Valenza. Il rito è stato presieduto da don Giuseppe Bodrati, alla presenza del sindaco Maurizio Oddone, dell’amministrazione comunale e delle rappresentanze delle diverse realtà del volontariato cittadino. Erano anche presenti i canonici don Andrea Alessio e don Raoul Kouame.
Prima della Santa Messa è stata attraversata la Porta Santa, e nel corso della Celebrazione, oltre all’accensione del cero fiorito offerto a san Massimo da parte dell’assessore Rossella Gatti insieme ai ceri presentati dalle diverse associazioni intervenute, è stata ricordata anche la figura del Beato Gerardo Cagnoli verso cui il volontariato valenzano guarda da sempre come a un esempio distintivo e caratterizzante.
«Rivolgo un personale ringraziamento nei confronti di don Santiago Ortiz per aver inteso avviare il percorso di questo Anno Giubilare con l’omaggio dei volontari all’effige di san Massimo» ha dichiarato Federico Violo, presidente della Consulta comunale del Volontariato . Una circostanza che ritengo non solo esprima il riconoscimento del ruolo assolto in questi anni, ma soprattutto rappresenti un importante incoraggiamento nel nostro cammino quotidiano al servizio della nostra città. Sentiamo da sempre profonda vicinanza a questo momento di devozione e di rendimento di grazie e siamo stati lieti di partecipare a questa importante celebrazione.
Sono grato alle Associazioni e a tutti i volontari che con la loro presenza hanno animato questa occasione di partecipazione e condivisione collettiva. Sapremo meditare e tradurre in azioni concrete la riflessione che don Giuseppe Bodrati, con la profondità che negli anni del suo ministero valenzano abbiamo imparato ad apprezzare e con piacere abbiamo ritrovato, ci ha proposto nella sua omelia e nelle cui parole ci riconosciamo pienamente. Nel nostro cuore portiamo il desiderio di un impegno che nella gratuità e nell’altruismo sappia guardare ai più fragili, ai malati, a coloro che sono abbandonati e soli» ha concluso Violo.