America Latina
Ha rifiutato di lasciare il Nicaragua per andare in esilio negli Stati Uniti. Per questo un tribunale nicaraguense ha condannato a 26 anni di carcere il vescovo nicaraguense di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, monsignor Rolando José Álvarez Lagos, il giorno dopo che si è rifiutato di imbarcarsi su un aereo assieme ad altre 222 persone, sacerdoti, seminaristi, oppositori politici o semplici critici del regime. Una sentenza letta da un giudice della Corte d’appello ha definito monsignor Álvarez, 56 anni, «un traditore della patria» condannandolo a restare in carcere fino al 2049.
Il vescovo di Matagalpa è accusato di «cospirazione per minare l’integrità nazionale e propagazione di notizie false attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione a danno dello Stato e della società nicaraguense». Il processo doveva iniziare il 15 febbraio ma è arrivata prima la sentenza. Oltre al vescovo, altri due sacerdoti, Manuel García e José Urbina, del clero della diocesi di Granada, sono ancora detenuti nelle carceri nicaraguensi. A ricordare monsignor Álvarez anche papa Francesco nell’Angelus di domenica 12 febbraio: «Non posso qui non ricordare con preoccupazione il vescovo di Matagalpa, monsignor Rolando Álvarez, a cui voglio tanto bene, condannato a 26 anni di carcere e anche le persone che sono state deportate negli Stati Uniti. Prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione. E chiedo a voi la vostra preghiera.
Domandiamo inoltre al Signore, per l’intercessione dell’Immacolata Vergine Maria, di aprire i cuori dei responsabili politici e di tutti i cittadini alla sincera ricerca della pace che nasce dalla verità, dalla giustizia, dalla libertà e dall’amore e si raggiunge attraverso l’esercizio paziente del dialogo. Preghiamo insieme la Madonna».
Alessandro Venticinque