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Io non mi accontento della mediocrità

“Il mondo a 14 anni”

Mediocrità è un termine ambiguo di per sé, bisogna essere capaci sin dall’inizio del nostro percorso di vita di accettare di essere mediocri. Una parola che esprime un qualcosa che sta nel mezzo, non è bianco né nero, non è si ma neppure no. E’ il voler fare, ma non adoperarsi al cambiamento. Sapere ma tenere relegato in un cassetto per non condividere. Si è già capito da queste poche righe, che la mediocrità poco mi appartiene. Il vanto di non essere mediocri sta nel fatto di non arrendersi mai,combattere quando tutto va a pezzi,cercare ogni giorno di migliorare, di eliminare tutto ciò che può essere un difetto o una mancanza.

Molte volte mi chiedo se già leggere libri e scrivere significhi non voler essere mediocre, poi ho paura che sia una domanda da narcisista.
Tutti indistintamente possono dare il meglio nella loro vita, anche se molte volte la partenza può essere più complicata o il destino può avere giocato in maniera beffarda. Sicuramente la volontà non basta a renderci migliori, ci vogliono le occasioni, il supporto e l’amore per la vita. Quello che noto attorno a me, parlando di coetanei, è il vuoto. Un vuoto fatto di non voler ricercare una possibilità, il dare per scontato che il destino sia segnato, perché gli adulti dicono che è un mondo destinato alla fine, sul punto del non ritorno. Molti ragazzi sono alienati, vivono la vita come se non fosse la loro, utilizzano il corpo per ferirlo, come se dovessero vendicarsi di qualcuno. Sento parlare molti miei compagni di quella che sarà la loro scelta, quella che dovranno fare a breve per il futuro, ma sembra che ciò non li tocchi da vicino. Sarà quel che sarà, sembra la risposta.

Tutto ciò mi mette angoscia e tensione. Come si può non provare entusiasmo per quello che sarà il nostro cammino? Come si può essere scettici davanti all’opportunità di poter cambiare la nostra e la vita degli altri? Sì, perché dalle nostre scelte, dalle nostre idee, dal nostro vivere, si formeranno il futuro, la nuova società, quello che lasceremo in eredità a chi verrà dopo. Penso che l’istinto primario dell’uomo sia quello di migliorarsi, di ottenere il meglio di sé, il mettersi sempre in gioco, anche quando la certezza della vittoria non c’è. Ci sono momenti in cui la sensazione è quella che i ragazzi diano per scontato che un futuro sicuro non esisterà e invece no, ci sarà ed è troppo facile vivere sull’onda senza mettersi in gioco. Sicuramente il rischio di cadute e di fallimenti è grande, ma lì si perde l’individuo, si perde l’unica occasione che ci è stata data per offrire, per essere e per fare.

Il mondo si sta lasciando andare a una sorta di abbandono, dove le cose facili, a portata di mano, quelle senza problemi e che non richiedono il sacrificio, diventano inno di vita. La mediocrità non è vita. Faccio mia la frase di Nelson Mandela: «Non si può trovare passione nel vivere in modo mediocre. Non accontentatevi di una vita che è meno di quello che siete capaci di vivere».

Sara Piscopello 

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