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«A Lisbona per crescere nella fede»

Verso la Giornata mondiale della gioventù

Sono 130 i giovani in partenza con la Diocesi di Alessandria per la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, in programma dall’1 al 6 agosto 2023. Alcuni di loro sono stati intervistati da Tv2000 e saranno in onda venerdì 12 maggio, dalle 19.30 alle 20, nel programma “In cammino”. Mentre Carlotta Testa, della Pastorale giovanile diocesana, sarà in diretta negli studi di Roma. Anche noi abbiamo incontrato tre giovani che parteciperanno alla Gmg: sono Sara, 16 anni, che studia al Liceo delle Scienze applicate al “Volta” di Alessandria e frequenta la parrocchia di Frascaro; Francesca, 19 anni, studentessa del Liceo “Umberto Eco” di Alessandria e in parrocchia a Sant’Alessandro; e Alejandro, seminarista della nostra Diocesi.

«Ho sempre fatto i campi in montagna con don Vittorio Gatti e il gruppo di Frascaro. Tutti gli animatori ci hanno sempre parlato molto bene della Gmg. Allora, sin da piccola, mi dicevo: “Alla prima Giornata mondiale della Gioventù a cui posso andare, ci vado”. Ed eccomi qui!» comincia a raccontare Sara. «A Lisbona mi aspetto di trovare un sacco di giovani. Spero di conoscere e imparare tanto, uno scambio di culture, di fede e di emozioni» prosegue la giovane, che poi aggiunge: «I miei genitori sono molto contenti di questa mia esperienza, anche se starò due settimane lontana da casa e all’estero (sorride). Quando l’ho detto a mia mamma, mi ha risposto: “Vai, divertiti, impara nuove cose e porta a casa l’esperienza di fede che farai, per raccontarla anche a noi”».

«Ho la fortuna di crescere in una famiglia credente e praticante. Mia mamma, a suo tempo, partecipò alla Gmg di Czestochowa (in Polonia nel 1991, ndr). E adesso tocca a me partire!» ci spiega Francesca. «Mi aspetto di vedere come la fede viene vissuta in diverse culture e parti del mondo. E poi vorrei creare dei legami con i miei coetanei, che saranno degli “estranei” solo apparentemente: ci ritroveremo nello stesso posto e negli stessi giorni, tutti motivati da un desiderio comune.

Mi aspetto di migliorare e accrescere la mia fede» si augura la giovane di Sant’Alessandro. Poi ci sarà l’incontro con il Pontefice. «Il momento più alto sarà la Messa con papa Francesco: potremo entrare in contatto con il Santo Padre che ritengo sia una guida, se non “la” guida, più vicina a noi al giorno d’oggi. A Lisbona voglio vivere tutti i momenti che caratterizzeranno questa esperienza: catechesi, riflessioni e preghiere, ma anche divertimento e spensieratezza». Francesca conclude così: «Negli incontri di preparazione organizzati dalla Diocesi, ho capito che molti giovani partono per la Gmg per diversi motivi, anche solo per fare un’esperienza bella con altri giovani. Ma sono convinta che, arrivati lì, possano scoprire la fede: il cuore dell’esperienza».

Infine parliamo con Alejandro, che è al terzo anno di Seminario in Diocesi: «Io sono colombiano, nato a Medellín. Sono venuto in Italia a fare vacanza, quasi due anni fa, perché sin da piccolo conosco don Santiago Ortiz (parroco di Valenza, ndr).

Lui mi ha proposto di fare un’esperienza di pastorale con l’oratorio, ho accettato e alla fine sono rimasto qui. Adesso sono in seminario ad Alessandria e studio alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Genova». Cosa pensa la tua famiglia della tua scelta di vita? «Loro sono d’accordo sulla mia scelta di venire in Italia, anche se non è stato facile perché sono figlio unico. Ma adesso hanno capito le mie motivazioni, e dunque continuano a pregare e ad appoggiarmi nella fede, pur essendo lontani». Anche il seminarista Alejandro è pronto a partire in direzione Lisbona: «Il percorso diocesano che abbiamo fatto sulla Gmg mi ha portato a riflettere e a desiderare tanto. Per prima cosa, ritrovare il Santo Padre, ovvero il Vicario di Cristo: ho già avuto modo di vederlo da vicino, ma incontrarlo con i giovani deve essere un’esperienza bellissima. Mi aspetto di vedere l’universalità della Chiesa, perché la Gmg è un’esperienza che tocca le Chiese di tutto il mondo. Camminiamo insieme, con tanti giovani che parlano una lingua diversa. Ma pregano come noi».

 Andrea Antonuccio

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