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Memorie di Villa Botteri: tra aneddoti e storie

“Mi ricordo…” di Flavio Ambrosetti

Io mi ricordo di Villa Botteri. I “Butei”, suggestiva frazione di Trisobbio, “Tarsubi” dialettali. È il luogo delle origini familiari, dell’infanzia e dell’estate. I miei ricordi collegati alla ridente località. La famiglia materna: la nonna Scarso Rosa detta “Rosina” era un’attiva contadina che curava la vigna, uva dolcetto, ritorna al “Cascinotto” abitazione di campagna alla tarda sera, era addetta alla piccola scuola pluriclasse con ciclo fino alla terza elementare. Poi gli scolari si recavano, a piedi, a Trisobbio per la licenza elementare. In paese lo ricordava Stefano Bottero vi era la mensa delle suore Luigine.

Nella famiglia materna il nonno era Gerolamo Badano “Girumin”, collaborava nella vigna. Aveva più incarichi ai Botteri: sacrestano nella cantoria e addetto alla scuoletta. Tra le maestre una figura molto ricordata dal nonno: Milena Prugno in Varese, socievole; sua figlia Paola diventerà medico Oncologo, promotrice di volontariato socio-sanitario a Ovada. Il canto e la musica nella famiglia Badano erano una consuetudine, mi ricordo gli zii: Angelo cantava e Amelio suonava il mandolino, tra gli applausi dei Bottesi. È un bel ricordo. La frazione era servita dall’Arfea la “corriera alessandrina”. La ricorda Clara, memoria locale, che si recava con la mamma Paolina ad Alessandria e nel viaggio soffriva il mal di corriera, per affrontarlo leggeva poesie. Nel capoluogo era ospite, per settimane, del geometra Giovanni Bottero e della moglie Maria, maestra. Il geometra era detto “Simonotto”.

Figura ricordata non solo ai Botteri ma anche ad Alessandria come promotore, con altri, della Coldiretti per l’assistenza medica e pensionistica ai coltivatori, prima del tutto privi. Giovanni Bottero: il figlio medico Oncologo al Sant’Antonio e Biagio in via Venezia (Al). Figura ricordata con riconoscenza in Provincia. Io mi ricordo dei Botteri: il piccolo Ufficio Postale diretto dai Grosso. La minuscola buca delle posta. Lui Edoardo “Duardin”, buon coltivatore e produttore di vino di qualità. La vigna al “Brichetto” era esposta al sole. Lei Teresa Balbo “Gigina”, postina ma assistente di malati merita il ricordo: di notte si recava dai malati con la pila, non vi era che fioca illuminazione pubblica, scrupolosa. Giunse centenaria e festeggiata nel cortile di casa da tutti. Un dolore per “Gigina” la morte della giovane figlia Evide, maestra elementare, ricordata dalle colleghe di Casale Monferrato. Il marito era avvocato a Casale Monferrato. Altri ricordi: i villeggianti estivi provenivano da Torino, Milano e da Genova.

Ricordo la “perla” dei Botteri: la passeggiata notturna, sotto le stelle, alla Cappelletta della Madonna del Carmelo. Con me passeggiavano i medici Amedeo Bottero “Mede” e la consorte Luisa, dentista, con la professione a Novi Ligure. A Valenza, Remo Pesce, botterese, aveva l’oreficeria. Ai Botteri avevamo tutti le fedi nuziali acquistate da Remo. La consorte, la dolce Anna, aveva adottato i Botteri per l’estate, era originaria della località Santuario Madonna della Guardia presso Grillano d’Ovada. Ricordo i pellegrinaggi, a piedi, per il 29 agosto, festa della Guardia. Il luogo mariano era custodito dalle famiglie Boccaccio, Bottero e Lantero. Famiglia Paterna: mi ricordo la vicine di casa ai Botteri, Seconda, brava sarta, ed Egle, ottima cuoca e simpatica per l’umorismo. La figlia Vanda, tuttofare ai Botteri, aiutata dal marito Nando.

I nonni paterni risiedevano a Santo Stefano. Il mio ricordo va al nonno paterno, Luigi Ambrosetti: non l’ho conosciuto, perché è deceduto prima della mia nascita. La nonna paterna, Anna Ferrando, conosciuta in tarda età e in cagionevole salute. Un ricordo al prozio Alessandro, benefattore insigne del Santuario N.S. delle Rocche (Molare), il suo nome è scolpito nella lapide dei benefattori. La musica: papà Giovanni Battista suonava il clarino nella banda musicale di Carpeneto, Trisobbio e a Ovada. Ultimo mio caro ricordo: nella Chiesetta del Battista a Villa Botteri, di linee settecentesche, si sono sposati, nel 1950, i miei genitori, Norma Badano e Giovanni Battista Ambrosetti.

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