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Incontri al Santa Chiara: dieci serate “aperte”

Cultura e società

Gli “Incontri al Santa Chiara” ripartono la prossima settimana con un programma ricco e variegato. Saranno dieci serate in cui valenti professionisti provenienti da settori diversi metteranno a disposizione di chiunque sia interessato la loro esperienza di vita. Verrà trattato il tema della “professionalità” intesa come vocazione e ricerca di senso nel proprio lavoro, come ci spiega il professor Renato Balduzzi, ordinario di diritto costituzionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nell’intervista qui sotto. Si comincia il 10 ottobre con il prefetto della nostra città, Alessandra Vinciguerra, con un intervento intitolato “Pubbliche amministrazioni tra burocrazia e servizio ai cittadini”, per proseguire il 24 ottobre con l’antropologo Michele F. Fontefrancesco, che presenterà “L’antropologia al tempo dell’antropocene”.

Tutti gli appuntamenti si terranno alle ore 21 nella Sala Iris del Collegio Santa Chiara; l’ultimo sarà il 16 aprile 2024. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il centro di cultura dell’Università Cattolica. La conferenza stampa di presentazione è stata tenuta dal presidente del Centro di cultura dell’Università Cattolica, Renato Balduzzi, e dalla direttrice del Collegio universitario, Carlotta Testa. Caratteristica di questi incontri sarà la loro distanza rispetto a lezioni o conferenze, abbracciando una dimensione più biografica in cui ogni “relatore” parlerà della propria esperienza lavorativa e della passione nel fare il proprio mestiere.

Secondo gli organizzatori, l’iniziativa potrà aiutare anche gli studenti del Collegio a recepire qualche indirizzo per il futuro e a cogliere la ricerca di senso che il professionista svolge. Il vice prefetto Paolo Ponta e la vice sindaco Marica Barrera hanno chiuso la conferenza stampa salutando molto positivamente l’iniziativa. «Questi incontri servono per dare la consapevolezza di come essere attori dentro la polis, per essere sempre di più cittadini partecipativi» hanno sottolineato.

Professor Balduzzi, avete presentato questi incontri con una conferenza stampa. Perché?

«Perché questi sono incontri di nuovo conio, pensati in modo diverso rispetto a conferenze e convegni. Abbiamo voluto sperimentare dieci appuntamenti, ognuno con una persona che viene a raccontarci non tanto i dettagli di quello che sa, ma il metodo e il senso di quello che fa. E questo permette soprattutto agli studenti universitari di poter fare dei confronti con l’esperienza personale di ciascuno, attraverso l’incontro con chi ha percorso un certo cammino di vita. Con il Collegio vogliamo sperimentare una modalità differente di proposta culturale, e per questo le abbiamo dato un pochino di “forma”. Non si fanno conferenze stampa tutti i giorni, si fanno solo quando c’è un evento che merita».

Sono eventi pubblici?

«Sì, sono aperti a chiunque abbia un interesse su questi argomenti, e indirizzati a tutte le età».

C’è un tema portante?

«Il tema è la professionalità e come viverla. Siamo andati a cercare personalità molto diverse: ricercatori, insegnanti, esponenti delle istituzioni, persino un frate cappuccino, per comprendere come coniugare vocazione e professione. Concetti che, faccio notare, nella lingua tedesca sono espressi dalla stessa parola: Beruf».

Marco Lovisolo

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