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«Vi raccontiamo la nostra Gmg»

Le tre testimonianze portate alla veglia missionaria diocesana

Giulia Gallione: Ho capito di non essere sola

I ricordi più belli che ho della Gmg sono legati ai grandi eventi finali, con un milione di persone vicino che mi procuravano una gioia nel cuore indescrivibile, e soprattutto mi facevano capire di non essere sola.

Mi sono rimaste fisse nella mente le parole del Papa durante la veglia: diceva che la gioia è missionaria, non è da tenere per se stessi, è per portarla a qualcuno che sta vivendo un momento di sconforto. Ed è importante ricordare che la gioia che abbiamo altri ce l’hanno donata, altri sono stati un raggio di luce per la nostra vita. Questo mi ha ha colpito molto, mi sono resa conto di aver dato per scontato tutte le attenzioni che mi riservano i miei genitori, parenti e amici. Ora non lascerò più che questo accada e soprattutto sono pronta a portare la mia gioia a chi ne ha bisogno.

Elena Pasquale: Il gemellaggio è stato unico

La testimonianza della mia partecipazione alla GMG di Lisbona 2023. Sono cresciuta sentendo le storie di coloro che hanno partecipato alle passate Gmg e ricordo di aver sempre provato un certo senso di invidia nel non avervi potuto prendere parte io stessa, motivo per il quale quest’anno non ho dubitato a decidere di parteciparvi.

Ho sempre saputo che sarebbe stata un’esperienza intensa e priva di comfort, ma nonostante questo le mie aspettative sono sempre state altissime, e ora posso dire che, senza dubbio, siano state anche superate. Molto spesso quando si parla della Gmg si tende a considerare solo la seconda settimana, ma quello che la mia esperienza personale mi ha insegnato è che non può esistere la seconda senza la prima, ovvero la settimana del gemellaggio.

Quest’anno il gemellaggio (per la Diocesi di Alessandria) si è svolto in due paesini sperduti nel centro del Portogallo, dove l’inglese o qualsiasi altra lingua che non sia il portoghese sono ben poco conosciuti. Io in particolare sono capitata in una famiglia di due anziani, Emilia e Abilio, che capivano e parlavano solo portoghese, e sicuramente non aspettavano che io e la mia compagna usassimo il traduttore, per cui la maggior parte delle comunicazioni in quei giorni sono state a gesti, e forse è stato proprio questo, benché possa sembrare assurdo, ad averlo reso così divertente e speciale.

In quei giorni siamo stati accolti da persone sconosciute come se fossimo parte integrante delle loro famiglie: abbiamo mangiato i loro cibi tipici (anche con qualche incidente di percorso), abbiamo partecipato alle loro feste, abbiamo appreso le loro tradizioni e la loro cultura e, personalmente, non c’è mai stato un momento in cui io mia sia sentita fuori posto o non voluta. In quei pochi giorni non c’è stato nulla a fare da barriera tra noi e loro, nemmeno la lingua, ma eravamo e soprattutto ci sentivamo tutti parte della stessa comunità e della stessa grande famiglia, e tutto questo è stato particolarmente evidente nelle loro lacrime il giorno della partenza. In conclusione, il gemellaggio per me non è stato solo un passaggio transitorio ma è stata l’esperienza che mi ha fatto comprendere appieno quale sia il vero significato della Gmg.

David Lavezzo: Un cammino con il sorriso

Sono David, della parrocchia “Natività di Maria” di Cantalupo. Questa sera vorrei raccontare in breve la mia esperienza di animatore ed educatore. Tutto ha avuto inizio quasi quarant’anni fa, quando mi sono trovato coinvolto in parrocchia nel seguire le attività di un gruppo di ragazzi del post-cresima insieme a Paola, adesso mia moglie. Guidati dai nostri Don e sempre innamorati della Parola di Dio, abbiamo cercato di guidare i ragazzi dei gruppi, che si sono avvicendati nel tempo, verso una fede adulta con un percorso semplice fatto di incontri, amicizia e condivisione.

Ci siamo messi in gioco insieme a loro, camminando al loro fianco anche fisicamente come accade nei campi estivi in montagna, condividendo sudore ed emozioni. Durante questo percorso alcuni si sono allontanati, qualcuno è ritornato, altri semplicemente hanno iniziato a seguire il nostro cammino. È grande l’emozione nel vederli al nostro posto impegnati con i nuovi gruppi. Parallela al percorso nell’oratorio, dal 2016 si è aperta la strada che mi ha portato a partecipare alle Gmg di Cracovia, Panama e Lisbona come accompagnatore dei ragazzi.

Un percorso impegnativo perché la Gmg non è solo una bella gita ma un’esperienza che segna profondamente e che va preparata, non solo per capire che cosa si mettere nello zaino, ma per arricchire il proprio bagaglio interiore fatto di intensi momenti di preghiera, incontri con i giovani di tutto il mondo e culture diverse dalla nostra.

Un’esperienza anche faticosa, per chi, come il sottoscritto non ha più 20 anni ma porta orgogliosamente la bandiera del gruppo, usata come punto di riferimento per non perdersi nella moltitudine dei partecipanti, ma che credo si possa considerare come un simbolo del cammino fatto per loro e con loro seguendo la parola di Dio. Questi molti anni di oratorio con Paola e le Gmg non sono stati un peso o un fardello, ma un cammino vissuto con il sorriso, la gioia nel cuore e l’augurio che ci siano ancora numerose tappe da percorrere. Se c’è da partire… il cuore è pronto ed i piedi allenati.

 

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